Il giorno del triste saluto

DI FRANCO FRONZOLI

Quella “ Marcia Funebre “ opera 35 di Chopin che rompeva l’aria con la sua cupidezza mentre due bare passavano davanti alla Fanfara dei Carabinieri .

Quei Carabinieri che portavano sulle spalle i due feretri, deposti vicino all’altare.

Il silenzio, suonato dalla rituale tromba, che sembra circondare le bare, facendo loro da scudo.

I Corazzieri di fianco alla corona del Capo dello Stato, immobili , come statue, come montagne assopite.

I parenti, tutti prostrati dal dolore.

Le Istituzioni con le più alte cariche , fatta eccezione del Presidente della Repubblica, perché indisposto.

L’appuntato che ha chiesto di essere lui a sostituire Vittorio nel suo reparto per non lasciare un vuoto.

La “ Preghiera del Carabiniere “ pronunciata da un Carabiniere commosso sino alle lacrime.

La ritualità di una cerimonia religiosa, che segue il percorso scritto per la particolarità.

Poi la moglie ed i figli di Luca, Ambasciatore del Congo, un uomo oggi celebrato, un grande uomo, di coraggio, di elevata diplomazia, amico di quei bambini, laggiù nel paese dei conflitti e della fame.

La fidanzata, i genitori, fratello e sorella di Vittorio, piegati e piagati dal dolore.

La voce di fondo che ripercorre il triste evento, che descrive la vita di Luca e Vittorio.

Il pianto di un militare, sorpreso in un veloce passaggio dalla telecamera.

Ed ancora Chopin.

Ed ancora Chopin.

E poi la fine.

Oggi arriveranno nei loro paesi, dove si replicherà la funzione religiosa.

 

Le guerre vanno e vengono , ma i grandi, siano Carabinieri o Ambasciatori, autisti,  vivono in eterno…

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