Il giudizio

DI CARLO MINGIARDI

Faccio mia questa frase che ho letto tempo fa: “ più si giudica, meno si ama…”. Racchiude dentro di se l’essenza del significato di questo esercizio che viene praticato con tanta superficialità, negligenza e arroganza.

La comprensione dell’altro, ed il rispetto per ciò che è, indipendentemente da quello che può essere il proprio punto di vista, in merito ad una determinata situazione, aiuterebbe di certo nel fatidico “GIUDIZIO” che con tanta facilità si esprime.

Bisognerebbe essere in grado di osservare senza giudicare, tenendo in considerazione il vissuto della persona in questione, ed andare oltre quello che spesso “sembra” ma non “è”, considerando che un determinato modo di comportarsi molto spesso cela una profonda sofferenza.

Sono fermamente convinto che sia proprio la tendenza a giudicare il vero ostacolo ad una vera comunicazione, mentre invece l’unico “metro di valutazione” dovrebbe essere l’amore, solo l’amore e nient’altro.
Sembrerebbe difficile, invece dovrebbe essere la cosa più naturale di questo mondo.

I benpensanti allora salgono in cattedra e non sanno fare altro che pontificare: “ hai fatto questo… hai sbagliato quest’altro… ti sei comportato male… bla, bla, bla…”, ma non sanno proprio un cazzo di te, della tua vita, delle tue difficoltà, dei problemi che ti assillano, dei torti ricevuti, delle mancanze subite, però si sentono in diritto di giudicarti.

La maggior parte delle volte sono proprio quelli che magari senti per telefono due volte l’anno, a Natale e a Pasqua, magari sono proprio quelli dai quali non te lo saresti mai aspettato per un milione di motivi, quelli che consideravi persone importanti nella tua vita.

Affondano la lama come fosse la cosa più giusta da fare, e la lama fa un male cane, ferisce proprio dove sei più vulnerabile, a volte provoca una ferita così grave che non guarirà mai più.

Per fortuna in questi casi interviene l’istinto di conservazione, perché uno il fianco lo può esporre una volta, di sicuro non concederà una seconda opportunità alla lama tagliente che lo ha ferito in modo cosi grave.
Proprio così.

Giudici austeri voglio darvi un consiglio spassionato, non date retta alle chiacchiere di parte, soprattutto a quelle di paese, non fatevi fuorviare dai “sentito dire…”, non rimanete attaccati alle vostre ideologie, cercate di capire, di conoscere veramente chi state giudicando, di comprendere il perchè di certi comportamenti che hanno sicuramente una spiegazione logica.

Ma cercate soprattutto di saper amare comunque chi state giudicando con i suoi pregi e i suoi difetti.

Immagine tratta dal web

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