“Il mio primo e unico pianeta”, cinque musicisti e una grande collaborazione

DI OSCAR PIAGGERELLA

La Storia ci insegna che l’Umanità, nel suoi momenti ciclici più oscuri, ha spesso trovato nella Scienza e nelle Arti un humus favorevole da cui far emergere nuove invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo; e le espressioni artistiche, sia in pittura, scultura, teatro, danza, hanno dato alla luce nuove tendenze, nuovi concetti filosofici e idee per il loro svolgimento futuro.

Oggi viviamo sotto la minaccia epocale dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, la guerra e, da due anni a questa parte, l’arrivo del Covid19. Proprio nel 2021 cinque “bambini” (così si definiscono metaforicamente nelle note di copertina) rimasti intrappolati nel periodo del lockdown, decidono di giocare la musica a distanza.

Sono cinque solitudini che si stringono in un abbraccio collettivo, fortemente convinti che tessere una rete di emozioni possa rafforzare maglie e nodi, come dei pescatori.

Nasce così “My One And Only Planet” che è un meraviglioso lavoro collettivo dove vediamo Lucia Ianniello alla tromba, Roberto Cervi alle chitarre, Paolo Tombolesi al piano e alle tastiere, Mario Mazzenga al basso elettrico e Grant Calvin Weston, già batterista di Ornette Coleman nel gruppo Prime Time e successivamente nei Lounge Lizards di John Lurie e infine collaboratore di James Blood Ulmer.

Quindi si tratta di una co-produzione dei cinque musicisti coinvolti che, nell’impossibilità di suonare insieme nello stesso luogo, hanno ideato un’inedita modalità di lavoro.

Le parti di batteria sono state le prime a essere registrate a Philadelphia da Calvin, che le ha poi inviate agli altri quattro musicisti residenti in Italia.

Roberto Cervi, ha curato anche gli aspetti tecnici. Lucia Ianniello, Paolo Tombolesi e Mario Mazzenga si sono quindi avvicendati aggiungendo a turno le loro esecuzioni, molto spesso improvvisate, in un ordine differente in ogni brano.

In questo modo ciascuno di loro ha avuto una diversa possibilità di caratterizzare i brani proponendo agli altri idee musicali e percorsi personali di ricerca.

Con sorpresa ci troviamo dinanzi ad un risultato che sembra il frutto di un’esecuzione live, i musicisti si inseguono in uno stupefacente interplay. Durante una conversazione con Lucia Ianniello, mi diceva che tutti loro sentivano l’esigenza di intervallare i sei brani collettivi con un personale e più intimo sguardo.

Ecco che durante l’ascolto del disco troviamo alternanza di brani di forte impatto sonoro con momenti solistici di carattere meditativo.

L’idea di base dei musicisti in questo “My One And Only Planet” viene rivelata dai titoli stessi dell’album e dei brani: è la centralità della questione ambientale nel dibattito politico, sociale e culturale.

Nel momento in cui tutti questi sconvolgimenti del pianeta mettono a repentaglio il futuro dell’Uomo, l’esperienza della pandemia, ricordano i musicisti, che nessuno si salva da solo, ma che c’è bisogno di una presa di coscienza e di un lavoro di tutti i popoli della terra e ancora, in Arte, una nuova concezione di dialogo tra il fare artistico.

“My One And Only Planet”, di fatto è una jam session (in questo caso telematica): ossia una riunione di musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza aver nulla preordinato, solo improvvisando. Il termine “jam session” deriva da “jamu”, “youruba”, termine proveniente dall’Africa Occidentale che starebbe ad indicare “insieme in concerto” e che nacque negli Anni Venti negli ambienti jazz.

La jam session è un ritrovo di musicisti, proprio appunto come in questo caso, che hanno così l’opportunità di provare nuovo materiale musicale e mettere alla prova la loro abilità di improvvisatori in confronto con altri strumentisti.

Le jam session sono un terreno fertile per l’incontro di musicisti, lo scambio di idee, e sono quindi l’occasione dove sono nate molte collaborazioni musicali come questa incisione dimostra.

Inciso in pieno periodo di pandemia nel 2021in undici tracce, “My One And Only Planet”, resta una tra e più belle uscite, in campo jazz contemporaneo, di questo inizio 2022. Pregevole è anche la pubblicazione in cd digipack della Freely Records in edizione limitata.

a cura del Feelin’ Blue

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità