Il pendolare

DI HORION ENKY

 

Oggi, per Giovanni, è l’ultimo giorno di lavoro da pendolare,
la notte è stata insonne, l’ha trascorsa a pensare.
E’ già mattino e la sveglia sta per suonare,
ma la sua mano è lesta a spegnerla, prima che inizi a squillare.
Questa mattina non intende svegliare sua moglie,
farla alzare; la lascia quindi riposare.
Si alza senza far rumore e, con la consolidata ritualità degli anni,
colazione in cucina con cornetto e cappuccino
mentre, posato sul tavolino, vi trova già pronto il panino, per l’intervallo del mattino,
che s’appresta ad infilare dentro la borsa, insieme a due bottiglie di spumante,
che aprirà con i colleghi, per festeggiare l’ultimo giorno di lavoro.
Esce da casa come ogni mattino, cinquant’anni di giorni tutti uguali!
Inforca la bicicletta, per dirigersi alla stazione, in sosta nel cortile.
percependo dentro una forte emozione, nel salire sul quel treno regionale.
Rievoca il ricordo del suo primo mattino, di quando era ancora ragazzino
e vi era salito per andare alla scuola comunale.
Puntuale arriva il treno e, come tutti i giorni, è sempre pieno
e, in piedi è obbligato, a questo viaggio è abituato!
Incontra i soliti colleghi, un saluto muto con un cenno del capo,
non ha voglia di parlare di partita di calcio, di politica o di lotta sindacale,
è un giorno in cui tutto questo non lo fa infervorare.
Si guarda intorno, ma si perde nel pensare, rivedendosi in vari ragazzi
e nel loro fervente vociare.
L’amore della sua vita, conosciuto su quei vagoni, era stato coronato da un tempo ormai infinito.
Mentre fantastica sul suo vissuto, il treno nel frattempo arriva alla destinazione finale.
Ne discendono tutti e, di corsa, chi a scuola e chi al lavoro, ognuno di loro ha un posto che l’aspetta.
Giovanni s’incammina, la fabbrica è lì vicina, oggi non ha fretta;
entra in ufficio e inizia a lavorare, sapendo che, per lui, c’è ben poco da fare.
A metà mattino, la pausa ed il panino.
Arriva mezzogiorno, il pranzo, alla mensa aziendale,
le bottiglie di spumante s’impegna a stappare, il brindisi e il commiato ufficiale, una stretta di mano per ognuno, come ultimo saluto.
Solo il pomeriggio resta in fabbrica ancora d’arrivare,
per poi prendere l’ultimo treno e, alla sua dimora, ritornare.
Giovanni in pensione è tutt’ora, una casetta, con i sacrifici, si è comprato,
ha ottenuto tutto il tempo da dedicare a quelle cose che, prima, si trovava a trascurare.
Il figlio, da anni, ha lasciato la natia casa.
D’ora in poi, lieti giorni l’aspettano e, il nonno, a tempo pieno può fare,
con il nipotino, accompagnandolo al parco comunale,
dove, per far venire sera, insieme giocare.

Immagine tratta dal web

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