Anche a causa dei rimaneggiamenti che nel tempo ha avuto entrando nella chiesa perugina di san Giuseppe l’impressione è quella di trovarsi in una di chiesa rupestre. Una specie di grotta adibita a cappella dove tutto è semplice e popolare come uomo semplice e del popolo era il falegname Giuseppe cui è dedicata. Compreso l’affresco staccato a sinistra probabile lavoro di un giovanissimo Benedetto Bonfigli, tant’è vero che contiene in nuce molti degli elementi che si ritrovano nei gonfaloni e nelle madonne di sua mano.
Secondo Francesco Santi è il primo esempio di Madonna della misericordia a Perugia: in alto un Cristo furioso, sotto la Madonna che protegge col manto i perugini e le perugine, a destra un angelo, a sinistra san Sebastiano.
È uno dei primi fumetti dipinti con i devoti in primo piano che reggono un cartiglio con un’invocazione nella quale chiedono alla Vergine d’intercedere presso il Figlio affinché gli tolga “el furore”, un san Sebastiano trafitto di frecce e piagato fino all’inverosimile che chiede alla Madonna di esaudire la richiesta dei devoti “per queste piaghe che ci rude alquanto”, la Vergine che accoglie le suppliche invitando l’angelo a “Remette l’arme”, questo che ubbidisce infila la spada nel fodero e dice “Fiat”.
Una piccola chiesa con un affresco popolare rivolto ai borghigiani e ai falegnami che vi si recavano verso i quali osservando la scena dipinta non si può non sentire un moto di affetto. È per loro che è stato scritto quel rustico colloquio tra fedeli, santo, Vergine e angelo che come fa notare Santi merita attenzione “anche per la storia della lingua e della poesia popolare”.
(Foto di Lanfranco Sportolari da “Fabio Palombaro, La chiesa di san Giuseppe già chiesa di Santa Croce in Perugia, Tozzuolo editore)
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