Il troppo tacere e l’insofferenza

DI MARCO ZUANETTI

Spesso si tace per quieto vivere, poca voglia di combattere, rassegnazione verso un morbo culturale che sembra dilagare senza opposizione.

Ma ora l’insofferenza cresce. La partita non è ancora chiusa. Fino alla fine. Ora e sempre resistenza (con la r minuscola).

“L’altra faccia della crisi è la rinuncia della politica di gestire i conflitti in modo partecipato e la conseguente attribuzione della loro soluzione agli apparati (in particolare la polizia e la magistratura) con deleghe improprie e interventi legislativi ad hoc, talora favoriti da fenomeni drammatici, dal terrorismo alla pandemia. (cfr. Livio Pepino)

Ma così – è evidente anche se rimosso dal discorso pubblico – la democrazia cessa di essere il governo dei più e assume connotazioni autoritarie e verticistiche che ne sono, in realtà, la negazione.

Parallelamente, le libertà diventano privilegi, alla pari dei beni materiali, disponibili a dismisura per pochi ricchi sempre più ricchi e negati alla maggioranza delle donne e degli uomini (mentre anche sotto il profilo del diritto i codici dei ricchi diventano, anche formalmente, diversi da quelli dei poveri).

Non siamo né in Turchia né in Russia – va detto con chiarezza per non deformare la realtà – ma le avvisaglie di una democrazia autoritaria (un ossimoro utilizzato ormai senza pudore) sono molte e univoche”.

E. Se non contrastate per tempo. Rischiano di consolidarsi. Producendo guasti irrimediabili.

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