Il vaccino non è obbligatorio: un responso democratico

DI MARIA PARENTE

Il lungo e tortuoso excursus caratterizzato da dure restrizioni, obblighi e divieti che ha fortemente condizionato un anno, oramai alle spalle, della nostra vita sembra concludersi senza ulteriori traumi per gli italiani: il vaccino come annunciato dal ministro Speranza, eccetto determinate categorie, non sarà obbligatorio. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, tutti insieme: a noi la scelta di proteggerci dal virus influenzale oppure no. Con il dispiacere di molti che incitavano all’obbligo e che probabilmente non sono a conoscenza di un dettaglio di non second’ordine : l’obbligo è per sua natura anticostituzionale , antidemocratico. E se fosse previsto dalla Costituzione non vivremmo più in democrazia ma comprensibilmente una dittatura.

I vaccini comunemente noti per la loro obbligatorietà e somministrati in un periodo circoscritto della nostra esistenza non possono e non devono essere considerati un’escamotage per estendere ed ampliare la lista: d’altronde stiamo parlando di una pandemia influenzale, dunque di un’influenza correlata ad eventuale polmonite, ad elevato tasso di diffusione, e non di un virus mortale quale ad esempio può essere l’ebola che, ricordiamo, colpisce gli umani con una febbre emorragica e rilevando in questo caso un tasso di letalità molto alto. Sinteticamente, sarebbe come imporre l’obbligo annuale del vaccino antinfluenzale indistintamente a chi può avere agli effetti la necessità di dover prevenire l’influenza a scapito di patologie pregresse e che aldilà della denominazione (Mers, Sars, Sars-CoV2), potrebbe risultare letale.

Per quanto sicuri e dall’efficacia garantita, trovo sia giusto rimettere alla coscienza personale la volontà di aderire o meno alla campagna vaccinale. Ricordiamoci sempre di non violare la democraticità, né la libertà personale, come già indebitamente accaduto.

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