Illusioni

DI ANTONIO MARTONE

 

Il Conte Giacomo Leopardi pensava che le illusioni dessero gioia alla vita fino a quando non fossero smascherate dalla verità che le mostra “illusorie” – appunto.

Per Leopardi, tutto ciò è un destino a cui l’uomo non può sottrarsi: la vecchiaia distrugge le illusioni della giovinezza, e poi precipita la vita nell’“abisso orrido” della morte – mi ritornano alla memoria i versi immortali del “Canto notturno di un pastore errante nell’Asia”.
È ancora così?

Io credo di no. Ho l’impressione, infatti, che oggi non vengano prima le illusioni gioiose (il sabato) e poi la festa (la domenica) deludente e triste. Mi sembra invece che oggi le illusioni si presentino già accompagnate dalla “verità”. Da una verità cioè che le avvelena alla radice.

Una verità fallace, spesso gretta, sempre misurata sul nostro desiderio momentaneo, talvolta persino frutto di un vero e proprio delirio narcisistico.
Insomma, è come se ci fosse ormai negato anche la capacità di illuderci. Sappiamo già tutto, e tutto abbiamo organizzato già prima di illuderci, al punto che lo slancio dell’illusione non soltanto non ci salva ma addirittura ci fa male.

Come recuperare la potenza di una illusione propulsiva, di un’utopia, di una vivificante idealità? È questo il compito politico-culturale per eccellenza.

 

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