Il “bene” cosa sarà mai?
Questa parola è quasi magica se accompagnata a tanti verbi o sostantivi che, soprattutto nella loro
radice latina, possono indicare sicuramente un’azione positiva, un’azione “benefica”: bene-dizione, bene-fattore, bene-ficio, bene-inteso, bene-merito, bene-placito e tanti altri.
In molti penseranno ad una mia dissertazione a fondo perduto, in realtà non lo è. E’ invece un brevissimo incipit per raccontare in breve del bene dato e ricevuto.
Se vogliamo bene a qualcuno, solitamente abbiamo alcune aspettative.
Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali.
Una splendida e veritiera affermazione, spesso difficile da condividere eppure di fatto ogni essere umano è un universo a sé stante. Come ci si sguazza spesso in questa
Quasi un modo di uscire alla chetichella quando ci imbarazza ammettere a se stessi che non vogliamo ricambiare il bene ricevuto, in qualsiasi modo sia connaturato alla nostra persona.
Eppure non esiste alcun dubbio sul significato delle parole sopra citate, parole “doppie del bene” ! Dove sta la
diversità?
Semplicemente nel fatto che amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il percorso di vita è diverso…
L’amore dovrebbe essere un sentimento disinteressato
che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza. E allora perché spesso lo è?
Risponderei con le parole di Rousseau
“Io so e sento che fare del bene è la vera felicità di cui il cuore umano può godere.”
©® Copyright foto di Pina Colitta
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