Incubo, cercando me (settima parte)

DI ROSY PENNELLI

C’era una vecchia donna seduta su una
poltrona davanti ad un televisore, la casa
aveva un odore di fiori e di legno una tenue luce proveniva da una lampada ma
la sua amica Anna non c’era!

“dov’è Anna?” , “non è ancora arrivata,
vieni con me!” la tiro’ per la mano per farsi
seguire.
Greta era confusa non capiva come mai
salivano altre scale per il terrazzo, perché
non erano entrati in casa… ma continuava
a seguirlo.

Sulla cima delle scale c’era una grande
porta di ferro nera e accanto si
intravedeva un foro nel muro, era buio,
lui bussò e la porta si aprì.

Arrivò nel caldo del portone, lì tra le scale,
una gelida folata di vento e c’era Riccardo
un ragazzo di un’altra sezione, un
ripetente aveva 16 anni.

Lui era alto e
pareva esserlo ancora di più per quanto lei
era piccina, portava degli occhiali e il suo
volto con un taglio di capelli ordinato lo
faceva apparire un tipo composto e
apposto, ma il suo sguardo no…

Il suo
sguardo smentiva l’involucro, il suo
sguardo rivolto a Greta emanava stati
d’animo rivoltanti, viscidi e spiritati e con
fare arrogante disse ‘eccovi finalmente!”…

I due si guardavano negli occhi quasi si
stessero leggendo nella mente, grata dal
suo senso di percepire le situazioni, Greta
fu assalita da una sensazione di ansia e
paura come un pugno nello stomaco e le
sue gambe le ordinavano di andare via, di
indietreggiare.

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