#Inquinamento e danni ambientali: Commissione europea avvia due procedure contro l’Italia

Emergenza rifiuti: multe e rimproveri dall’Europa. La Campania resta zona rossa

L’emergenza dei rifiuti in Campania inizia convenzionalmente l’11 febbraio 1994, con l’emanazione di un decreto dell’allora Presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi.

Con questo provvedimento il Governo italiano prendeva atto dell’emergenza ambientale che si era venuta a creare nelle settimane precedenti in numerosi centri campani, a causa della saturazione di alcune discariche.

Nel 2009 il governo ha stabilito la fine dello stato di emergenza tramite un decreto legge, che ha fissato la data del 31 dicembre 2009 quale termine finale dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario.

Il 16 settembre 2010 il problema si ripresenta quindi nel capoluogo campano con 120 tonnellate.

Oggi a Napoli la situazione è decisamente migliorata salvo alcune criticità dovute comunque ad un sistema di smaltimento dei rifiuti ancora troppo fragile. La percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 42% mentre la media Regionale si attesta al 53%.

I rifiuti tal quale vengono tutt’oggi vengono conferiti nei sette impianti STIR prima trattati (eliminando la frazione Umida e le frazioni Inerti), imballati ed inviati ad incenerimento nel Termovalorizzatore di Acerra. Secondo le statistiche, la Campania ha il quinto costo più alto d’Italia per la gestione dei rifiuti: 203 euro ad abitante, seconda dietro la Liguria, nella classifica del costo di gestione per chilogrammo di rifiuto. Lo Stato finora ha versato per la regione 239 milioni di euro.

L’Europa non resta a guardare: due nuove procedure di infrazione sono state avviate dalla Commissione Europea contro l’Italia in materia ambientale.

La prima riguarda il superamento dei limiti di inquinanti dell’aria, in particolare delle polveri ultrasottili, PM 2,5, in molte aree urbane, concentrate nella Pianura Padana (in particolare a Padova, Venezia e Milano).

La seconda riguarda la gestione dei rifiuti radioattivi, problema per il quale l’Italia non è a norma. La Direttiva Europea andava recepita entro il 2013, ed entro il 2015 andava presentato il piano nazionale di gestione di questi delicati rifiuti, provenienti prevalentemente dai quattro siti nucleari dismessi dopo il referendum degli anni ’80. Proprio in materia di ambiente, l’Italia ha il numero più alto di procedure aperte, oltre 20.  (FONTE: Bluedossier.it)

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*Immagine Pixabay

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