James Guthrie, To pastures new, or The goose girl

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

James Guthrie è un pittore scozzese appartenente al gruppo dei Glasgow Boys, un nome rievocante squadre sportive sponsorizzate da farciti biscotti bicolori, una cerchia di artisti e designer formatasi in Scozia attorno alla fine dell’Ottocento, conosciuti per il proprio coraggio di rompere con la tradizione e rivelare un nuovo tipo di arte molto più sentimentale.

All’epoca la città di Glasgow è in pieno sviluppo economico, e ciò consente un notevole ampliamento in campo artistico grazie all’intervento di importanti mecenati; inoltre, nel 1888 è sede di una rilevante mostra internazionale che si rivelerà un’ottima occasione di promozione per gli artisti locali.

Anti-accademici per credo e definizione, i Glasgow Boys, le cui opere tuttora rappresentano la parte più popolare dell’arte scozzese custodita presso le Gallerie Nazionali di Scozia, portano avanti un progetto equivalente al Realismo francese, rifiutando i consueti soggetti storici e mitologici per dedicarsi a qualcosa di decisamente contemporaneo.

La scelta stessa di dipingere en plein-air esprime al meglio l’agognato desiderio di libertà del gruppo, insofferente a regole e relazioni imposte dall’establishment di Edimburgo.

In particolare, sarà la località di Cockburnspath a rappresentare il fulcro centrale di tale colonia di artisti, luogo in cui gli appartenenti al gruppo si riuniscono e confrontano, ivi alloggiando e vivendo a stretto contatto gli uni con gli altri: un luogo pittoresco situato sulla costa orientale della Scozia, celebre per le proprie terre di appartenenza – le terre di Cockburnspath – parte della dote di Margherita Tudor, figlia di Enrico VII d’Inghilterra, in seguito convolata a nozze con Giacomo IV di Scozia.

Il suddetto matrimonio è tuttora conosciuto come il matrimonio del cardo e della rosa, in tal modo denominato tenendo conto dei rispettivi simboli nazionali di Scozia e Inghilterra. Margherita, prima del matrimonio, alloggiò nel noto Fast Castle – oggi è possibile visitarne le rovine – che si dice abbia ispirato l’edificio di Wolf’s Crag de La sposa di Lammermoor, di Walter Scott.

Nel 1835 sarà Gaetano Donizetti a riprenderne l’ambientazione per la sua Lucia di Lammermoor, quella che diventerà più famosa tra le sue opere, interpretata, tra le altre, da Maria Callas.
Luogo e situazioni che non mancheranno di influenzare cameratismo, scambio di idee, nonché le opere stesse degli artisti.

Ammirando Courbet e Millet, con un occhio particolare a Jules Bastien-Lepage, James Guthrie, come del resto i suoi illustri colleghi, matura un’espressività artistica molto diretta, ben visibile nell’opera riportata: un dipinto giovanile realizzato intorno ai ventitré anni, in cui egli mostra la propria abilità di procedere alla raffigurazione di scene in modo molto semplice e diretto, prediligendo una luminosità semplice e naturale, mai artefatta.

Un contesto in grado di comunicare una sincera autenticità, portatrice di genuina condivisione, tale da contribuire alla creazione di un’atmosfera dolcemente bucolica e innegabilmente spontanea.
Segreto di un successo destinato a protrarsi nel tempo, ricordando le illustrazioni dell’autrice australiana Vivien Kubbos alias Sarah Kay, da sempre protagoniste di gradevoli ambientazioni in salsa liberty, sovente raffigurate con animali domestici da fattoria, in particolare oche…

James Guthrie (1859- 1930), To pastures new, or The goose girl, 1883, olio su tela, 92×152.3 cm., Aberdeen Art Gallery – Aberdeen
Immagine: webPubblicità

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