Jean-Étienne Liotard, Dutch Girl at Breakfast

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Se l’Ottocento può essere definito il secolo d’oro della modernità, come da omonimo titolo del libro di Philippe Daverio, il Settecento già ne pone le premesse evolutive.

L’intrinseca innovazione racchiusa nel dibattito estetico dell’epoca, volta ad affermare abitudini culturali e sociali di nuova generazione – dalla riuscita dei salotti femminili allo stesso avanzato ruolo delle donne – procede di pari passo con la connaturata affermazione di rivoluzionari soggetti artistici, i quali, forti di una indipendenza economica finalmente alla propria portata, grazie all’espansione dell’industria editoriale, risultano meno vincolati a committenti e mecenati, finalmente affrancati, espressivamente liberi.

La diffusione dei libri popolari, preziosi strumenti di divulgazione sia politica che filosofica, in Francia commerciati attraverso mercatini itineranti che li diffondono capillarmente fin nei luoghi più lontani e reconditi, innesca una serie di mutamenti propedeutici alla rivoluzione in parte determinati anche da cambiamenti fondamentali sotto l’aspetto estetico e artistico.

Il reazionario Neoclassicismo in contrapposizione all’obsoleto rococò, quest’ultimo identificato come simbolo dell’ancien régime e della detestabile corruzione atta a contraddistinguerlo.

In questo clima, così particolare, si ritrova ad operare l’artista Jean-Etienne Liotard, svizzero, che dopo essersi formato, in Francia, come miniaturista e smaltatore, incontra a Roma l’amante d’arte Lord Besseborough, e in sua compagnia intraprende un viaggio nelle terre d’Oriente, durante il quale, complice un lungo soggiorno presso Costantinopoli, matura una profonda ammirazione per l’arte miniaturista turca, tanto da maturare, oltre alla tecnica in questione, abitudini tipiche del suddetto Paese.

Al ritorno in Europa non sembrerà inconsueto vederlo abbigliato alla turca e sfoggiare la tipica barba della cultura ottomana.

Tra schizzi e disegni raccolti in un interessante, e oltremodo importante diario di viaggio, Liotard raccoglie preziose informazioni tecnico luministiche che gli permetteranno di costituire il nucleo della sua produzione, sia per quanto attiene all’originalità che per ciò che riguarda la vitalità.

La caratteristica attenzione alle vibrazioni della luce, unita alla trasparenza delle ombre, lo porta a divenire un ricercato artista, ed in tal modo egli si ritrova pittore ufficiale della corte asburgica, benevolmente conteso dall’intera nobiltà viennese che aspira ai suoi famosi ritratti.

A questo proposito, Horace Walpole, noto autore de Il castello di Otranto, romanzo anticipatore del genere noir, citato anche nella recente serie, in onda su Netflix, dedicata a Mercoledì Addams, non si risparmierà, riferendosi ai suoi ritratti, un velenoso commento: ‘Troppo somiglianti per piacere’.

Ragazza olandese a colazione, che Liotard realizza intorno al 1756, qualche anno dopo la sua celeberrima La bella cioccolataia, rappresenta qualcosa di più di una semplice, per quanto elegante scena di genere: è la sintesi di un’epoca mostrata nel simbolo di una moda.

Un gusto ricercato esplicitato nella presentazione di un rito, talvolta accompagnato da bevande esotiche come il cioccolato o limitato al più ordinario caffè, protagonisti accompagnati da altri elementi consuetudinari come gli eleganti servizi di porcellana, che compaiono anche in alcune, coeve composizioni di François Boucher.

Il tutto unito all’espressione scaltra della serietà, probabile anticipatrice di alcune protagoniste delle opere musicali del tempo, crea immagini destinate ad assurgere a classiche icone, con non trascurabili risvolti anche commerciali…

Jean-Étienne Liotard 1702 – 1789
Dutch Girl at Breakfast (1756c.)
Olio su tela (46,8 x 39 cm)
Amsterdam – Rijksmuseum

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità