John William Waterhouse Miranda – The Tempest

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Waterhouse, preraffaellita moderno – la sua attività risale a qualche decennio dopo lo scioglimento della originale compagnia dei Preraffaelliti – ama ispirarsi alla mitologia classica, non rinunciando tuttavia al preponderante riferimento al romanzo gotico, destreggiandosi tra soggetti shakespeariani e tennysoniani, in ogni caso sottolineando l’immagine della donna in ossequio alla rappresentazione in ambito romantico.

La stessa estetica delle protagoniste raffigurate non prescinde dalle caratteristiche somatiche romantiche, sovente rievocate attraverso alcuni dettagli ricorrenti come i lunghi capelli e l’espressione nostalgica e triste.
Il contesto, simile ad alcune raffigurazioni di John Everett Millais, ad esempio in Mariana, rimarca quell’ambientazione poeticamente raffinata, tanto ricercata da apparire ai limiti dell’onirico.

Evitando di sconfinare in un livello surreale, eppure mostrando l’evidente limite di uno scenario tanto ad hoc quanto artefatto, i dipinti riescono a rendere la struttura di storie e leggende secondo i canoni di una credibile ordinarietà.
Waterhouse tiene fede alla propria originalità, rispettando quel sottile lato enigmatico che accompagna le sue opere; la discreta armonia dominante evita inopportuni, inverosimili scossoni, ma non rinuncia ad una atmosfera simil fiabesca che l’osservatore potrebbe desiderare a suggello di una agognata fuga da una piatta realtà.

Miranda, protagonista de La Tempesta di Shakespeare, è la figlia del Duca di Milano, Prospero; naufragata, insieme al padre, su di un’isola deserta, cresce lontana dal mondo reale, difendendosi dai tentativi di seduzione di Calibano, servo di Prospero.

La dimensione particolare in cui è vissuta la ragazza, le impone una visione sostanzialmente edulcorata del mondo, dato che fondamentalmente ignora il male e tende a rilevare costanti onestà e bontà degli individui.

Nell’opera di Waterhouse, Miranda è colta nel momento in cui, al cospetto della tempesta, partecipa empaticamente alla sofferenza dei marinai della nave, squassata dal vento e prigioniera tra i flutti.

Percepisce la loro disperazione nel tentativo di aggrapparsi alla vita, ‘fotografata’ in un’immagine surreale, ma non evanescente.
Miranda è presente e consapevole, ferma e composta, ma il suo sentimento non si può ignorare…

…Oh, ho sofferto
con quelli che ho visto soffrire… ( I.ii.5-6 )

John William Waterhouse (1849-1917), Miranda – The Tempest, 1916, olio su tela, 100,5×137 cm., Collezione privata
Immagine: web

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