Kevin Spacey torna al cinema diretto da Franco Nero

DI GIOVANNI BOGANI

 

Un paio di mattine fa leggevo su vari siti britannici “Kevin Spacey torna a girare, un piccolo ruolo in un film di Franco Nero”.

C’era in particolare un lungo articolo di Peter Bradshaw sul Guardian che non si limitava a segnalare la cosa, ma faceva un discorso più ampio. Si chiedeva se non possa essere l’inizio di una “uncancel culture”.

Dopo la condanna, definitiva e inappellabile, almeno sul piano lavorativo, sul piano dell’immagine, dei soliti sospetti, degli artisti, registi sospettati ma non condannati, e tuttavia cancellati dallo show business – e Spacey ne è uno degli esempi – Bradshaw si chiedeva se non sia il momento di chiedersi se non siamo stati frettolosi, sommari, lapidari, superficiali nel mettere sullo stesso piano condannati e accusati, e passare su tutti quintali di soda caustica.

Questo è un tema complesso, e tutti sputeranno i veleni contenuti nelle loro sacche velenifere lì, sotto i polpastrelli, come i rettili vicino ai denti più acuminati. Ma quello che è certo, è che Spacey torna sul set. Per un piccolo ruolo, ma torna. E poi chissà.

E allora c’era soltanto una cosa da fare: cercare chi ha deciso di coinvolgerlo nel suo progetto. Franco Nero. Ho provato a cercarlo, gli ho mandato un messaggio. E alla fine, mentre ero al giardinetto come gli anziani, ormai senza speranza, squilla il telefono.

Ecco, qui sotto, cosa ne è venuto fuori.

Franco Nero, spirito libero, anarchico. Uno che, arrivato alla soglia degli ottant’ anni – li compirà a novembre – e di un numero incalcolabile di film, può davvero fare quello che vuole. Anche trascinare nel suo secondo progetto da regista uno degli attori più bravi, più discussi, più «cancellati» della storia recente del cinema, Kevin Spacey. Franco Nero sta girando a Torino L’ uomo che disegnò Dio. Il suo secondo film da regista, l’ ennesimo da protagonista. Dopo i western all’ italiana, Django, Keoma, dopo il cinema d’ autore internazionale, dirige e interpreta una storia poetica e tesa. E chiama a interpretarla anche Spacey.

Due volte premio Oscar, Kevin Spacey nell’ autunno 2017 viene accusato di molestie da parte di un attore, per un fatto dell’ 86.

Seguono altre accuse, da parte di altri attori: 20. Subito, il regista Ridley Scott taglia le sue scene nel film Tutti i soldi del mondo, e le gira di nuovo rimpiazzandolo con Christopher Plummer: è cacciato dalla serie House of Cards, di cui era mattatore. Le accuse penali contro di lui ora sono tutte cadute. Ma lui, dal 2017, è scomparso da ogni film. Forse è questo il punto d’ inizio della ripartenza per Spacey, 61 anni e un talento immenso. O forse, potrebbe essere il momento che sancisce il suo status di esule da Hollywood.

Franco Nero, che cosa racconta il film?

«È una storia che avevo in mente da tanto tempo, che mi tocca profondamente. Quella di un uomo che, ormai cieco, riesce ugualmente a scolpire i volti delle persone con la plastilina, realizzando bellissimi ritratti. È una storia vera, accaduta a Torino negli anni ’50, ma che si è sedimentata nella mia immaginazione nel corso degli anni».

Lei interpreta l’ artista non vedente?

«Sì. Nel film, il personaggio si chiama Emanuele Assuero, è un uomo di origine armena. Si ritroverà a doversi difendere da un crimine del quale è stato accusato».

Qui entra in scena il detective, interpretato da Kevin Spacey.

«È lui che condurrà le indagini.

Sarà l’ investigatore. Preciso che non c’ entra affatto nessun crimine legato alla pedofilia, come alcuni siti inglesi hanno scritto, sbagliando».

Che cosa vi siete detti con lui?

«Io l’ ho scelto perché per me è il più grande attore della sua generazione, punto e basta. Lui mi ha stupito: conosceva tutti i miei film, amava molto il mio lavoro. Trovare una sintonia è stato facile. Ha letto la sceneggiatura, gli è piaciuta molto, ha detto immediatamente di sì».

Qual è stata la sua reazione, all’ idea di tornare a recitare?

«Era felicissimo, ed era ancora più felice di farlo in Italia. Mi ha detto: “tutti i ristoranti della zona saranno miei!”». È il suo primo impegno sul set, dopo 4 anni di purgatorio.

«E posso solo immaginare quello che abbia provato.

Per un attore, recitare è la vita. Guardi me: io non potrei stare senza recitare, senza mettermi in gioco».

Nel film ci sarà anche Massimo Ranieri. Come è arrivato a sceglierlo?

«Siamo amici da tempo, aspettavo l’ occasione di lavorare con lui: interpreterà un mendicante.

In una scena con me mostrerà tutta la grande gamma della sua espressività».

Il film è prodotto da Louis Nero, omonimo ma non parente dell’ attore e regista. Torinese, 44 anni, Louis Nero è il regista de Il mistero di Dante con F. Murray Abraham e di The Broken Key con Rutger Hauer e Michael Madsen. Da 15 anni collabora, in varie forme, con Franco Nero.

Louis, quando sono iniziate le riprese? Quando termineranno?

«Abbiamo iniziato in questi giorni, e finiremo il 7 luglio. Gireremo sempre a Torino, in gran parte in interni. La scenografia è di Gianni Quaranta, premio Oscar per Camera con vista».

Nel cast ci sono anche Stefania Rocca e Vanessa Redgrave «Stefania Rocca è Pola, un’ assistente sociale che chiede al personaggio interpretato da Franco di ospitare due donne, fuggite dalla guerra civile in Africa.

Lui vedrà nelle due donne la figlia e la nipote che non ha mai avuto».

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