‘La figlia del mercante di seta’, non mi ha convinta (nonostante le recensioni positive)

di Rita Cutugno

Autore: Dinah Jefferies
Titolo: “La figlia del mercante di seta”
Editore: Newton Compton
Ho iniziato a leggere questo libro spinta dalle recensioni positive che avevo letto.

In realtà non mi ha convinta e, anzi, sono riuscita a leggerlo solo fino alla metà e cercherò di spiegarne il perché.
1952, Indocina francese. Già il periodo storico e il luogo della narrazione mi parevano una garanzia di lettura interessante, ma non sono riuscita ad appassionarmi alle vicende narrate.
Nicole e Sylvie sono due sorelle, nate da padre francese e madre vietnamita. Due sorelle diametralmente opposte, fisicamente e nei comportamenti. Sylvie è la prediletta del padre e ha sembianze occidentali, mentre Nicole ha i tratti asiatici e soffre perché il padre quasi la esclude dall’eredità e affida la gestione del commercio della seta a Sylvie. Nicole può solo gestire un vecchio negozio ad Hanoi, nel quartiere vietnamita.
Si respirano molte tensioni dovute al duro e ingiusto sistema coloniale francese e durante un ballo Nicole, inseguendo Mark, un americano di cui si è innamorata, assiste ad un crimine, a una scena violenta che vede coinvolti suo padre, sua sorella, lo stesso Mark e la polizia francese: l’omicidio di un ragazzo Vietminh.
Da quel momento si susseguiranno eventi dolorosi e………
Ecco, dopo un centinaio di pagine ho interrotto la lettura. Perché? Il linguaggio usato mi è sembrato banale, le descrizioni frettolose e approssimative, la caratterizzazione dei personaggi superficiale e il racconto non è riuscito a catturare la mia attenzione.
Peccato perché mi interessava molto la rievocazione di una pagina di storia non molto edificante.
Voi leggetelo pure, magari vi farete un’opinione completamente diversa….
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