La guerra finisce

DI ANTONIO MARTONE

 

Dopo la guerra, inevitabilmente, viene la pace. Almeno finora, nella storia, è andata sempre così: dopo una lunga serie di stragi, di dolore e di sangue, i leader politici fanno pace.

È vero che viviamo in tempi in cui sarebbe anche possibile che una guerra non finisca con la pace, bensì con la fine della guerra e della pace, ossia con la fine del mondo, ma non prendiamo in considerazione questa maledetta ipotesi.

Eppure, di una cosa possiamo essere certi: quando la guerra finisce e i leader politici si stringono la mano, istituendo un nuovo accordo, in attesa della prossima guerra, vi sono madri e padri che non vedranno più tornare a casa i propri figli, compagne che non rivedranno più i propri compagni – ragazzi e uomini verso cui sarà stata perpetrata la violenza più grande.

Una violenza “legale”, davanti alla quale, ipocritamente, un giorno, qualche Presidente depositerà una corona di alloro, cianciando spudoratamente di eroismo e di coraggio – magari innaffiato di alcool o spruzzato da droghe.

La colpa della morte di quegli uomini, quegli uomini lasciati oscenamente a marcire sotto al sole o nelle fosse comuni, di quegli uomini le cui ossa vengono consumate dal fango e dalla polvere, di quegli uomini che non torneranno mai più ai loro affetti, allora, di chi sarà?

Chi rende possibile tutto questo male? Chi sono i complici di tanto orrore? Provano o no, almeno un poco di vergogna questi nemici del genere umano?

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