La magia del violino

DI FRANCO FRONZOLI

Ho sempre amato il violino.

L’avrei voluto suonare, ma la vita non sempre accontenta, qualche volta delude.

Si,per me è stata una delusione.

Ho sempre visto in questo strumento qualcosa di magico, più del pianoforte, di qualsiasi altro strumento.

Riesco, ancora adesso, ad ascoltare una orchestra, selezionando i suoni, in pratica mi concentro sui violini, su quelle stentoree vibrazioni, quelle movenze dell’archetto.

Il violino lo costruisce l’artigiano, ma è il liutaio che lo accorda, che affina le corde, che colora le note.

Sì, ho amato questo strumento, non come una donna, ma quasi.

Ci sono violinisti che fanno sognare, non certo come Paganini che non ripete.

Si tiene tra il mento e la spalla, quindi vicinissimo all’orecchio, quasi per far giungere prima le note.

Non ricordo chi mi avvicinò al violino, chi me lo fece amare e desiderare, ero ragazzino.

La musica è la sublimazione della vita, ti può rendere felice, malinconico, addolcito, addormentato.

Ti può cullare.

La musica è respiro, ossigeno, colore, sapore.

La musica, senza il violino rimane incompleta, perché manca la vibrazione,la flessuosità, l’eleganza delle note.

Ho ascoltato musica di tutti i generi, ma quando c’è un solista violinista è tutta altra cosa.

Ezio Bosso, quando dirigeva una orchestra, stimolava le vibrazione dei violini, li incitava.

Questo è un mio amore, uno dei tanti, che rendono la vita migliore.

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