La nostra solida amicizia

DI FRANCO FRONZOLI

Eravamo un gruppetto di ragazzi diciamo vivaci, ognuno con la sua visione della vita, ma uniti, saldati nella nostra amicizia.

Mai una lite, mai uno schiaffo, mai un pugno, solo qualche vivace espressione di pensiero.

C’era Gianni, iper studioso sempre convinto che lo studio facesse bene al futuro, diventò medico, di quelli bravi.

Adesso non c’è più ma è stata una grande persona, posso anche affermare che era un leader, soprattutto nell’organizzare “ scherzi “ .

Il nostro inverno era particolare: silenzioso, freddo, innevato, malinconico.

Eravamo sempre in attesa dell’estate per vedere i “ villeggianti “ arrivare numerosi.

Ma l’inverno lo si doveva organizzare e lo facevamo con lo sport, con la pesca, con la sosta riflessiva sotto il nostro albero il “ leccio “ .

La mattina non c’erano problemi andavamo a scuola, chi per studiare chi per passare il tempo.

Il pomeriggio fermo restando il tempo dei “ compiti “, organizzavamo dei giochi  anche astrusi, come le Olimpiadi oppure gare di atletica.

Il calcio balilla era un punto di riferimento perché ci dovevamo allenare per i tornei che allora erano numerosi, eravamo bravi.

L’estate era la esplosione ormonale, si aspettavano i treni per vedere se arrivava qualche bella ragazza che veniva osservata scrupolosamente, dai capelli, agli occhi, alle gambe.

Una minuziosa ispezione, un dialogo tra noi per dare un punteggio alla bellezza compreso un pedinamento per vedere dove avrebbe alloggiato.

Eravamo maschilisti ? Forse sì, forse no. Forse non conoscevamo il significato del termine.

C’era chi studiava come tessere la tela,  come fanno i ragni per vedere se “ qualcuna “ vi rimaneva impigliata.

Chiusa parentesi.

Poi c’erano le organizzazioni “ malavitose “ , che ci vedevano  protagonisti nell’assalto agli alberi di ciliegie o altri frutti, particolarmente quelli del perde.

Insomma non ci facevamo mancare nulla spesso impegnati nei campi sportivi per “ tornei “ di vario genere.

Piano piano arrivava l’autunno e con esso lo splendore dei colori, lo spuntare dei funghi, il cadere delle foglie, il raccolto delle castagne.

Tutto ripetitivo ma bellissimo, anche l’attesa della neve e l’attesa di un treno che ci portava verso la scuola.

Anche quella era vita, non misera, colorata dalle nostre idee, dalla nostra grande amicizia.

Immagine tratta dal web

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