La povertà cattura ancora la nostra attenzione?

DI SILVANA PINTO

Passo ogni giorno accanto alla povertà e mi sono sempre soffermata a guardarla negli occhi, mentre l’autobus andava velocemente. Ma il mio pensiero si è sempre fermato lì, in mezzo a quelle piccole tende da campeggio, tra quei cartoni aggiustati a mo’ di letto, scorgendo a volte dei visi che nonostante tutto, sorridevano tra loro…

Ma ieri è stato diverso… nel buio della sera le immagini era storpiate come quelle piccole tende accartocciate dal vento, quei cartoni fradici e a brandelli… la pioggia e il forte vento aveva spazzato via tutto, come la speranza di quelle povere anime di ripararsi dentro le loro tende, case piccole e scomode ma tetti sotto cui ripararsi…

Non li ho mai persi di vista… la scorsa estate li vedevo sdraiati su quel piccolo prato che accoglieva le loro dimore, li ho visti dissetarsi alla fontana, un piccolo “nasone” scrosciante di acqua pulita, che fungeva da ristoro, da lavatrice, da doccia… le panchine, sofà dove conviviare, condividere bocconi di cibo o pezzi di vita.

Faceva caldo ed ero più serena perché sapevo che nonostante tutto, non pativano il freddo.
Ma ieri, ieri quel freddo mi ha gelato l’anima, quel buio, quell’assenza tetra e silenziosa…
Ho avuto l’istinto di guardarmi intorno e vedere se qualcun altro stesse guardando ciò che vedevo io.

Ma nessuno lo faceva, ognuno probabilmente aveva altro a cui pensare, o forse siamo talmente distratti che la povertà non cattura più la nostra attenzione…

Immagine tratta dal web

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