La preghiera, una materia difficile

DI FRANCO FRONZOLI

 

Non è facile pregar, pregare seriamente  essere trasportati oltre l’infinito.

Bisognerebbe imparare a pregare seguire la strada che hanno seguito i discepoli che dicevano :

“ Signore insegnaci a pregare ! ( Lc 11,1 ) “

I discepoli ammettevano di non saper pregare con le loro forze e si rivolgevano al Signore perché glielo insegnasse.

Spesso, se non sempre, confondiamo le preghiere con le speranze, i desideri, i sospiri, i lamenti, la gioia.

Preghiamo per noi molto spesso, senza contemplare nella preghiera gli “ altri “ .

Ci avviciniamo alla preghiera, dovremmo ammetterlo, in tarda età, lasciando alla gioventù altre considerazioni molto più materialistiche, più prosaiche.

Facciamo della preghiera “ convenienza “ , prendendo per buono il “ perdono del Signore “ , come un automatismo, un ricevere il perdono, a prescindere  dalle nostre condotte.

Potrebbe non essere così.

Non credo che il perdono venga erogato in ogni occasione, per ogni nefandezza  commessa.

Può essere un omicida perdonato da Dio ? Non lo so, ma mi resta difficile pensarlo.

Possono essere perdonati coloro che nella guerra, nelle stragi, nei più turpi comportamenti issano la bandiera con scritto : “ Dio è con noi “ .

Ricordo la rabbia, la veemenza di Papa Wojtyla, ora Santo, si espresse attraverso il suo grido : «Convertitevi , convertitevi , convertitevi» .

Erano parole che dovevano colpire le coscienze dei mafiosi, ma non solo, era rivolto  anche agli assassini di ogni genere e censo.

Non si può pregare in una Chiesa, per poi, fuori dalla stessa, comportarsi in modo opposto alle nostre esortazioni, alle promesse fatte.

La preghiera dovrebbe essere un dialogo, una conversazione, non una richiesta di immunità permanente.

Ecco perché, la Chiesa dovrebbe istituire una “ Scuola di Preghiera “ .

I discepoli lo chiedevano a Gesù, consci di non saper pregare, un insegnamento da seguire.

Noi ci convinciamo di saper pregare e non è vero, almeno sino a quando non avremo capito, che la preghiera deve uscire dalle nostre mura domestiche, ed essere trasportata dal vento.

Deve essere, la preghiera, una seria esortazione perché questo mondo cambi, affinché la pace prevalga sulla guerra,  e l’odio venga espulso dai cuori.

È una materia complessa, la preghiera.

Bisogna saper confrontarsi a volto aperto o forse meglio a cuore aperto: dare più che chiedere.

La preghiera non contempla egoismi, non è un Recovery Fund,
un prestito senza interessi.

La preghiera è anche confronto, richiede più cuore che lingua,termino citando Satchel Paige :

“ Non pregare quando piove se non preghi anche quando il sole splende “ .

Immagine tratta dal web

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