Ci sono dimensioni dell’animo che non crescono mai.
Si tratta di emozioni che nascono in presenza di circostanze determinate e che non smettono di attivarsi anche a distanza di anni.
L’incontro con un’esperienza di un certo tipo provoca una determinata reazione emotiva. A distanza di decenni, un’esperienza simile accaduta a quel medesimo soggetto, pur essendo quest’ultimo effettivamente cambiato nei suoi orizzonti di vita, provocherà una reazione emotiva simile.
La certezza di essere più forti, ormai immuni da determinati tormenti dell’animo, è frutto di un autoconvincimento interiore più che di motivi reali.
Ciò che cambia davvero nelle stagioni della vita di un uomo è soltanto la sua ragione, le sue convinzioni intellettuali, le sue conoscenze, non già il suo specifico e peculiare modo di essere aperto al mondo.
In estrema sintesi, una e la stessa è la maniera di innamorarsi a vent’anni e a settanta.
Pensare che la ragione incida sulla passione fino a conferirle la sua forma è soltanto l’illusione di una filosofia ingenua e supponente. Di fatto, ragione e passione non sono affatto sovrapponibili.
La ragione si sviluppa e muta nel tempo ma le nostre emozioni, il modo specifico in cui in un tempo lontanissimo esse si sono formate, rimangono sempre le stesse.
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