Ho visto la trasmissione sulla Sardegna di Alberto Angela.
Sono tante le considerazioni che si possono fare e, per chi ha la voglia di leggerle, ve le dico:
Iniziamo col dire che il programma è stato girato in inverno, non è un dato secondario, assolutamente. Non lo è perché l’immagine è quella di un’isola ABITATA sempre e che merita di essere raccontata tutto l’anno.
Viva Dio.
La comunicazione della nostra isola è sempre stata connessa a una visione estiva, come se avesse senso visitarla solamente a luglio e agosto.
Vedere immagini mozzafiato della Sardegna d’inverno, mi ha fatto veramente piacere e sono certa che ha smosso in chi l’ha vista, il desiderio di esplorarla.
Anche in inverno.
E questo è un dato prezioso, preziosissimo.
Abbiamo visto le rocce della Gallura ma anche le “ canne d’organo” di Guspini.
La spiaggia di Budellli e le dune di Piscinas.
La necropoli di Montessu a Villaperuccio, Pranu Muttedu a Goni, Nora e la sua stele, le terme di Fordongianus, Saccargia, Tratalias, Alghero, l’Asinara, la meravigliosa costa ogliastrina, porto Flavia e Pan di zucchero, le miniere del Sulcis, Ingurtosu e Montevecchio.
“ Non solo nuraghi”, ecco, l’universo della Sardegna nuragica è fatto di tanti aspetti: megalitismo, ipogeismo, Domus de Janas e i loro misteri, Santa Cristina a Paolilatino e hanno raccontato dell’uomo capovolto, le tombe dei giganti, i giganti di Monte Prama. È stato bello vederlo.
Ma un nuraghe lo abbiamo visto: Santu Antine a Torralba, sa “domu de su re”. Sua maestà.
Il nostro carnevale ancestrale, da Mamoiada a Sa Sartiglia.
Orgosolo e suoi murales, ma si è parlato anche di Pratobello, cosa non da poco.
Ha parlato di “abiti” sardi e non costumi.
Ho sentito la voce del seddoresu Randagiu Sardu e mi ha riempito di gioia.
Il grande Fransisco Porcella e la Sardegna vista come il paradiso dei surfisti.
“La Sardegna è un’altra cosa”, questa è la frase che viene detta più spesso, e io sono terribilmente d’accordo. Finalmente viene detto!
Per decenni siamo stati solo Porto Cervo, veline, scandali al sole, topless prestigiosi, yacht di lusso, incendi, banditi, sequestri, uomini bassi e pelosi, “ cappitto mi hai?” Etc…
Ma la Sardegna è un’altra cosa, accidenti.
E finalmente l’ho vista.
Nella sua storia, nelle sue unicità, trattata con rispetto e anche con amore.
La comunicazione televisiva deve stare dentro certi paletti, deve colpire, incollare allo schermo, deve abbracciare più pubblico possibile. Non è una lezione all’università, questo è un dato cruciale per leggere la trasmissione.
E per me l’obiettivo più che raggiunto.
Veramente ci si può lamentare delle piccole inesattezze? Veramente ci stiamo lamentando di un’operazione culturale televisiva così ben fatta? Dobbiamo ancora andare addosso a Michela Murgia per aver definito Eleonora giudicessa e non regina?
Io, invece, mi sono esaltata a sentirla parlare della modernità del linguaggio al femminile della nostra giudicessa!
Vedo politici che dovrebbero promuovere la Sardegna che non sanno neanche parlare in italiano e noi ridiamo, ma ci sarebbe da arrabbiarsi, veramente.
Poi possiamo fare critiche? Certo! Anche io ne ho qualcuna, tipo la parte su Falcone e Borsellino che ho trovato un po’ lunga, ma nel complesso, non ho nulla da dire se non applausi.
Miei cari tuttologi intellettuali, invece di rompere, ringraziatelo “ A zio Alberto”, che ci ha fatto un regalo grande.
Sarebbe bello imparare a guardare il fine e non il nostro ego, perché spesso dietro le critiche c’è il non essere stati coinvolti, ammettiamolo, e ci dimentichiamo che la vera ricchezza è la nostra cultura che si espande, non il nostro nome in grassetto.
Il NOI è più importante dell’ IO.
Impariamo tutti a fare un passo indietro se l’obiettivo è così grande… e il nostro obiettivo si chiama coscienza, identità, cultura, diffusione di chi siamo, uscita dall’isolamento, apertura al mondo.
Sardinnia mia de su coru, ita cosa bella est essi filla tua!
T’istimu!
E pure Alberto Angela, resta uno degli uomini più affascinanti e preparati della tivvù. Lo si ama ❤️
*Immagine tratta dalla pagina Fb di A. Angela
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