La società è l’unica “sicurezza” che abbiamo

DI RICCARDO ANCILLOTTI

Sostenere che “Si stava meglio quando si stava peggio!”, è la sintomatologia classica di chi vuole crearsi un alibi, di fronte ad un fatto palese: Il presente ci è sfuggito di mano!
Il benessere che caratterizza gran parte delle nostre vite ed abitudini, ci ha fatto facilmente perdere “il bandolo” della matassa esistenziale, a nostra disposizione.

Se da un lato, la crisi, ci costringe a ridimensionare quasi tutte le nostre aspettative, dall’altro mette a nudo la nostra scarsa capacità di saper individuare le priorità sulle quali basare un “sano tenore di vita”.

Se da un lato, emerge a tutti i livelli una pochezza, ideologica-sociologico-comportamentale della gran parte della nostra classe politica, dall’altro sappiamo solo prenderli ad esempio di ciò che “non si deve fare”. Senza per altro riconoscere il completo fallimento del “corpo elettorale”.

Avvero, di non essere stati capaci di sfruttare quelle risorse economiche personali, che una volta, quando mancavano, dicevamo essere il freno di un sano sviluppo collettivo.
La “Società”, non è un’entità sospesa nell’aria, che si respira quando ci serve e si ripone dalla nostra cassa cranica quando si vuole!

La società è l’unica “sicurezza” che abbiamo! Senza di lei, tutto ciò che siamo o non siamo, non ha possibilità di esistere.
La Società è l’unico luogo, dove i nostri disagi, disgrazie, rabbie, malcontenti e sdegni, possono trovare una risposta, se capiamo noi e facciamo capire a tutti gli altri che è l’unico “contenitore” che abbiamo.

Oggi, domani e sempre, non distruggiamolo per favore !
Ammettere che il presente ci è sfuggito di mano è pertanto il punto di partenza, per ricostruire una Società, che sia tale. Non è e non deve mai essere una resa, od un rinchiudersi in casa, dicendo “Ci penseranno gli altri!”

Immagine tratta da Pixabay

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