La teoria dell’improbabilita’

DI MARIA RONCA

 

Basta andare a fare un concorso in piena pandemia, succede di trovarsi davanti a una batteria di quesiti e chiedersi in quale parte delle materie studiate a cui riferirsi anche per un’immagine che ti apra qualche sentiero già percorso mi sarebbe bastato a dargli un nome all’argomento.

Mi dovete credere, ho capito che tra psicologia del lavoro e la sociologia dell’organizzazione avevo più dubbi io che un giurista nel suo campo.

Comunque dopo uno sguardo lampante agli altri miei colleghi ho capito che la sensazione era comune: stavamo affrontando la teoria dell’improbabilità. Una sorta di minestrone di argomenti da tuttologi che vorrei tanto sapere se un’enciclopedia li contenesse davvero tutti.

La sociologia l’avete svenduta tanto tempo fa, la psicologia del lavoro l’avete reinventata, a vostro uso e consumo per fare colloqui, la legislazione sui disabili inesistente, quando invece riguardava prevalentemente il ruolo da coprire.

Vi ricordo che la legge Biagi e le successive leggi ancora esistono e su quelle non vi siete proprio soffermati, allora una domanda, ma se il Lavoro che dovranno cercare presso i cpi sono le teoriche illusioni che avete propinato fino ad oggi, forse, forse il concorso ve lo potevate risparmiare, perché il profilo era di ben altra natura e le domande programmate algoritimicamente erano senza nè testa nè coda.

Si sa dietro l’algoritmo nessuno sentenzia, ma dietro nu strun’ in carne e ossa un bel Paese ci sta.

Maria Ronca, Sociologa

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