La tragica fine degli eroi morti per difendere le vittime annunciate

DI GIOVANNA MULAS

Poche ore fa sono venuta a sapere del terribile accaduto in Tortolì, splendida zona marina in provincia della mia Nuoro, bellezza che contrasta con tanto orrore: un giovane appena ventenne è morto ucciso a coltellate, mentre cercava di difendere sua madre, ora grave in ospedale, dal suo ex compagno, già denunciato più volte e ciò nonostante introdottosi nell’abitazione attraverso una finestra, durante la notte.

Resta una donna in fin di vita e senza colpe che, se sopravvive, non si perdonerà mai per quanto accaduto;
viva ma uccisa dentro.
Un piccolo grande uomo morto troppo presto, che diverrà un eroe per altri.

Ma, continuo a domandarmi, come è ridotta una Nazione che ha bisogno di ‘eroi’ perché, e nel 2021, ancora non in grado di difendere le vittime annunciate?
Mi dicono che l’assassino, arrestato dopo un’assurda quanto breve fuga in zona,
è stato attaccato dalla folla che voleva linciarlo.

Ebbene questa gente così pronta a fare catarsi ora, dov’era quando la donna gridava, chiedeva aiuto per i precedenti tentativi di violenza? In un paesello dove tutti sanno tutto, prima ancora degli stessi interessati.

Ci si pensi ogni volta che si sente gridare una donna, quando la si vede in giro troppo coperta, o ad occhi bassi.
Se una vera Comunità esistesse, piccola o grande non m’importa, non necessiterebbe denuncia: semplicemente sarebbero gli altri componenti della Comunità a proteggere e, prima ancora, neutralizzare una mela marcia.

Anche una sola morte tocca ognuno di noi, nessuno escluso, e oggi si muore di silenzio.
Una Legge, una Legge che prevenga, punisca prima che.
PRIMA CHE.
Riposa in pace Mirko, piccolo grande eroe figlio di tutti e nessuno.

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