La velocità uccide, non soltanto noi…

 

DI MARINA M. CIANCONI

Mi sono svegliata presto stamattina, alle sei, con un pensiero fisso che da diversi giorni mi circola dentro. Sono tornata da poco da quindici trascorsi giorni sulle mie montagne, i Monti Sibillini. Ci sono praticamente cresciuta. Ferite pesantemente dai terremoti del 2016, sono cinque anni, queste montagne continuano fortunatamente ad ospitare la vita. E per vita intendo ogni essere vivente.

Nei giorni trascorsi mi sono mossa spesso con l’auto per andare da Preci verso Visso e quindi Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina, Camerino, insomma per entrare nelle Marche e nei miei luoghi. E per entrare si attraversa un posto di rara bellezza e fascino. Quando ero bambina e con la mia famiglia percorrevamo tutta la Valnerina, questo luogo segnava per me l’ingresso nella magia delle terre abitate dalle alte quote, da torrenti e fiumi cristallini, dal verde infinito, dagli animali selvatici. Le Gole della Valnerina sono Signore possenti e guardinghe e dall’alto delle loro creste osservano ciò che l’uomo fa quando vi passa.

Addentrarsi nelle Gole per me è come varcare un luogo che non esito a definire “sacro”, bisogna chiedere “permesso” alle Gole per entrarvi, perché qui regna la Natura. Nei quindici giorni di settembre 2021, tra i miei diversi passaggi per le Gole e le strade limitrofe, conto i seguenti individui morti sull’asfalto: due Faine (Martes foina), una Ghiandaia (Garrulus glandarius), uno Scoiattolo dal dorso scuro e ventre bianco (Sciurus vulgaris), un Ghiro (Glis glis), una Natrice dal collare (Natrix natrix), un Topolino comune (Mus musculus), una Volpe (Vulpes vulpes), una Cavalletta verde (Tettigonia viridissima). La maledetta velocità uccide. Su tutta la Valnerina ci sono limiti di velocità tra 50 e 70 Km/h. Nelle Gole il limite è a 60 Km/h, in alcuni tratti a 50.

La maggior parte degli automobilisti e dei motociclisti non li rispettano. Nei fine settimana poi la situazione dilaga spesso in una scorribanda di almeno un centinaio di moto da corsa che sfrecciano senza limiti lungo tutta la Valnerina, e le aree limitrofe, e in particolare li ho visti correre e accelerare proprio dentro le Gole. Io viaggiavo ai miei soliti 60 km/h, loro, come stessero su pista, andavano almeno a 120 e oltre.

Loro uccidono. E se per qualsiasi motivo fortuito un animale o una persona non vengono investiti ciò non toglie che andare ad alta velocità in luoghi così delicati è volontà e consapevolezza intrinseca di uccidere. Mi fermo a pensare quanti saranno gli animali selvatici uccisi in un anno se in così pochi giorni ne ho contati nove (numero per difetto, visto che ce ne saranno stati sicuramente altri che non ho visto).

Le Gole della Valnerina sono l’ingresso in una area naturale protetta, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ove tra l’altro sussistono ZPS (Zona di Protezione Speciale) e ZSC (Zona Speciale di Conservazione) della Rete Natura 2000 europea, ciò significa che animali, piante, territorio ed ecosistemi sono tutelati da qualsiasi forma di aggressione e pericolo per l’integrità dei medesimi. Questo deve valere ovunque vi siano aree naturali, anche non protette. È profondamente sbagliato considerare “normale” quotidianità il fatto che animali selvatici possano venire investiti semplicemente perché accettiamo la velocità nelle strade, nonostante i limiti vigenti, e anche chi la genera persino per proprio cieco divertimento.

La Natura, i suoi ecosistemi, la vita che essa crea non sono un parco giochi. La vita di un topolino comune come di qualsiasi altro essere vivente vale quanto quella di ciascuno di noi, proprio perché unica. E se per la legge italiana esiste il reato di omicidio stradale alla stessa stregua è necessario pensare alla vita di altri da noi, alle altre vite che sono uniche, irripetibili e quindi preziose. Gli Enti preposti al controllo devono vigilare soprattutto nei fine settimana e devono far rispettare i limiti, che ci sono e quindi sono legge. Per correre ci sono piste apposite, usate quelle e rispettate i luoghi naturali, entrandovi in punta di piedi, se desiderate farvi visita e apprezzarne le grandi e piccole bellezze.

Proprio il 30 settembre è uscito un articolo su Picchio.news che annuncia il ritorno della Martora (Martes martes) nel territorio del Parco. Una splendida notizia per questi luoghi! Speriamo solo che si tenga lontana dalle strade…

© ® Copyright, foto di Marina M. Cianconi

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