La vita è ricerca, sempre e comunque ⋆ lo scrigno di pandora

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Nel 2005, gli Afterhours pubblicarono l’album Ballate per piccole iene, il cui cd aveva una particolarità: uscì con quattro copertine diverse, in ognuna delle quali, i membri del gruppo, singolarmente, si fecero ritrarre dal famoso fotografo Guido Harari, in compagnia delle rispettive fidanzate.

Nonostante le foto fossero ottime, il risultato, al gruppo, parve troppo tradizionale, quindi, con la collaborazione di Thomas Berloffa, decisero di trasfigurare gli elementi umani, materialmente cancellando, con un pennarello nero, i volti, ed evidenziando i tratti meno significativi, come cravatte, giacche o poltrone.

Una scelta decisamente fuori dal comune, non condivisa nemmeno dallo stesso Harari, il quale, ob torto collo, decise di appoggiare la decisione, rispettando la volontà dei musicisti. Come dichiarò Giorgio Prette, batterista del gruppo, mai, in tanti anni, gli era capitato di incontrare qualcuno così importante, con una tale apertura mentale.

Preciso che la spiegazione legata all’immagine tradizionale, mi ha sempre lasciata perplessa: non vi è nulla di consueto, nel farsi ritrarre con la fidanzata, sulla copertina di un disco.

Mi sembra più credibile che i membri del gruppo, legati tra loro da un rapporto, oltre che professionale, di amicizia, abbiano preferito non innescare una silenziosa, quanto inevitabile, competizione estetica tra le compagne.

Naturalmente, i fans del gruppo, grazie a questo curioso accorgimento, si ritrovarono davanti ad una situazione, quantomeno, problematica. Scartata, per ovvi motivi, l’ipotesi di acquistare quattro copie del cd, rimaneva il dilemma su come scoprire la copertina del frontman, perché, parliamoci chiaro, tutti desideravamo quella con Manuel Agnelli.

Fu così che, insieme ad altri due amici, sviluppammo una strategia di squadra: ognuno di noi avrebbe scelto una copertina, per poi comunicare, ed eventualmente, fotocopiare agli altri, l’immagine in suo possesso.

È vero che eravamo in tre, ma le probabilità salivano, ed inoltre, in zona, le copertine reperibili non erano tutte quelle pubblicate: una, rimaneva, misteriosamente, latitante.

Naturalmente, nonostante gli sforzi, non riuscimmo nell’intento, ma appurammo che l’unica effigie mancante, era proprio quella del cantante. L’argomento venne, in seguito, accantonato, sovrastato dall’ascolto dell’album, dal tour di concerti, e quant’altro, almeno fino a quando, l’anno successivo, gli Afterhours riproposero il medesimo album, tradotto in inglese, con la famigerata, irreperibile, copertina.

Ci precipitammo a prenderlo, ma un’altra delusione era in agguato: all’interno, presenti le quattro fotografie, tutte oscurate, tanto che ci risolvemmo ad accettare, per la seconda volta, la situazione, seppellendo la questione.

Qualche anno dopo, casualmente, ad una mostra-mercato di vinili, individuai una bancarella su cui erano esposti vari cd, tra cui proprio quello agognato.

Vedendomi interessata, si avvicinò il venditore, al quale raccontai le nostre peripezie, spiegandogli l’origine delle scelte del gruppo, le mie supposizioni, ecc., e lo interessai a tal punto, che mi propose di aprirlo e guardarlo, dato che, ormai, si era incuriosito anche lui.

Così lo aprimmo e, sorpresa: all’interno, tutte e quattro le fotografie, in entrambe le versioni. Lo comprai subito e lo portai, orgogliosamente, a casa, soddisfatta e fiera della mia conquista.

Certo, se ci avessero lasciato un indizio, come si sono divertiti a fare i Beatles, ammiratori di Lewis Carroll, i quali hanno disseminato di curiosi particolari i propri vinili, alimentando l’inquietante leggenda sulla morte di Paul McCartney, avremmo incontrato meno difficoltà.

Eppure, leggendo attentamente il testo dell’ultima traccia, Il compleanno di Andrea, si trova un incipit inequivocabile: cerca e troverai. Come ignorarlo: con le dovute proporzioni, fa tanto ricerca della battaglia di Anghiari…