La vita va avanti, il suo incedere non si ferma

DI FRANCO FRONZOLI

È inutile cercare di fermare l’orologio perché è lo strumento più adatto a ricordarci che la vita va avanti, inesorabilmente, senza ma e senza se ( verrebbe da dire ).

Ma non è questo il problema, perché se ci guardiamo indietro, la vita ha già percorso miliardi di chilometri senza mai fermarsi.

Il problema è un altro: quello che ci dovrebbe far meditare ed invece sembra, anzi senza sembra, lo affrontiamo nel peggiore dei modi.

Il vittimismo, l’incoerenza, l’odio, l’ indifferenza, predano le nostre anime, i nostri cuori, annullano la dignità di ciascuno.

Riusciamo con le armi a distruggere uomini, donne, bambini, intelligenze, culture, panorami, colori, gioie e, senza impegnarci troppo, riusciamo persino a distruggere noi stessi.

La pace sta diventando una meteora, qualcosa di infinitamente piccolo, una goccia d’acqua durante una tempesta di pioggia.

Milioni e milioni di preghiere, sembra non servano a niente, gli sforzi di pacificazione si infrangono sul muro degli interessi, del potere, dell’ espansione, non solo territoriale.

Sembrava avessimo capito cosa significano le guerre, tanto che per un certo tempo, l’uomo ha vissuto con delle fette di cetriolo sugli occhi, ma, nostalgici dei rumori di cannoni allo sbaraglio, appena una fetta di cetriolo è caduta, ecco che è tornata a far rumoreggiare le bombe.

Viviamo se non perennemente, quasi nella paura che una pressione su un bottone, ci possa catapultare nell’infinito nulla.

Il rischio c’è e si vede lucidamente, i contraccolpi sociali, politici, economici, esistenziali sono sotto gli occhi di tutti e più avanti si va peggio sarà, lo sappiamo ma speriamo che altri risolvano il problema.

Sempre gli altri, come se gli altri non fossimo anche noi, noi che festeggiamo le banalità ed emarginiamo le cose serie.

Siamo noi che continuiamo a pensare che il colore della pelle tracci una differenza tra una razza ed un’altra, noi che siamo il paese con milioni e milioni di migranti, che abbiamo sofferto la fame, la guerra, le emarginazioni ed ora … siamo i carnefici.

Siamo noi che per tutelare il nostro benessere, mettiamo sulle spalle delle future generazioni un fardello insopportabile.

Siamo dei sordi che non conoscono il linguaggio dei segni, che brancolano nel più turpe egocentrismo, senza conoscere il significato di solidarietà.

Stiamo vivendo sembra a nostra insaputa, tragedie nazionali ed internazionali senza trarne riflessioni: camminiamo sulla brace credendo che il dolore lo sentono gli altri.

Ma un giorno, non so quanto vicino, ci pentiremo amaramente delle nostre azioni, senza avere la minima speranza di tornare ai tempi del prosciutto, della colazione al bar, della bistecca alla fiorentina, allo champagne e alle ferie in paesi esotici.

Quell’orologio non ha l’ora legale di oggi, non è possibile mettere  la lancetta nemmeno un’ora indietro…

Immagine tratta dal web

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