La voce della notte
vibra in corde di violino
su spiagge deserte,
screziate dalla luna.
Il ruggito del mare,
incessante,
sfida il flusso dei sogni
trasportati,
senza opporre resistenza,
in orizzonti caliginosi.
Sbiadiscono,
in ombre lievi,
sagome indistinte
di falsa modestia,
senza alcun merito.
Negli infiniti piaceri
di un sorriso,
costretto ai margini
del sentimento,
divento granello di sabbia,
euforico e stordito,
posato in cerchi aggraziati
su nubi di fiori,
nel cielo.
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