‘L’Agnello’, il film d’esordio di Piredda. Tra servitù militari e dramma familiare

DI CLAUDIA ARU

Ho visto il film l’ Agnello.
Un film finalmente in cui la Sardegna dei pastori è diversa, è punk, è techno, è basi militari, è donna, è debolezza, è una dolcezza struggente, è una povertà dignitosa, è paesaggi, è ospedali, è leucemia, è dolore, è un amore autentico, è padre/ figlia.
“Se muori mi offendo e non ti parlo più “.
Una frase che mi ha immobilizzata.

Grazie a Mario Piredda per aver raccontato questa storia in maniera così crudelmente delicata, complimenti agli attori, tutti, a Nora Stassi talmente vera che la vuoi abbracciare, a un Michele Atzori straordinario che mi ha lasciata senza parole. A Laura Mura dagli inconfondibili occhi, e

Carlo Antonio Angioniche … ti ho scovato, sai?
Andate a vederlo, sostenete cultura e spettacolo, che tenere la mascherina per accrescere se stessi, è un pegno sopportabile
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