L’ambiente naturale nel futuro dei giovani

DI FABIO BORLENGHI

 

Come sarà l’ambiente naturale nel futuro delle prossime generazioni?
Nello scorso fine settimana ho portato mio nipote Claudio, di dieci anni, alla XXIII assemblea dei soci di ALTURA – odv all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta di un’associazione di volontariato, con il sottoscritto fra i fondatori, la cui mission è lo studio e la conservazione degli uccelli rapaci (aquile, falchi…).

Un’escursione in quota sopra i limiti della faggeta ci ha aperto la vista e il cuore verso l’interno del parco fatto di boschi antichi, verdi pianori costellati da bianchi massi calcarei, ghiaioni pietrosi appena sotto le cime dei monti con lingue di neve che attardano a scomparire, e poi fioriture a perdita d’occhio che formano una tavolozza a tinte variabili secondo la quota e la stagione.

Claudio ha rivisto questi luoghi che conosce da anni, tant’è che in un pomeriggio estivo, all’età di cinque anni, portato a spalla dai forestali fino a millenovecento metri, a ridosso di un ramneto maturo vide il suo primo orso marsicano (la femmina Sebastiana) a poco più di una trentina di metri. Questa visione lo accompagnerà per tutta la vita.
Viene spontaneo chiedersi come si possa trasmettere a un giovane il concetto di conservazione della natura.

Nel corso di più di un trentennio ho assistito all’eterno braccio di ferro fra la corsa allo sviluppo economico della società, spesso mascherata dal ricercare un benessere sempre più appagante e magari inutile, e la protezione e conservazione del patrimonio naturale.
Un braccio di ferro che ha sempre ragione di essere in assenza di una pianificazione del territorio, di fatto mai voluta dalla politica.
Meglio le mani libere!

Sì, ma ai giovani cosa diciamo?
Il movimento Fridays for Future, nato un paio d’anni fa per iniziativa della piccola Greta Thunberg, sembrerebbe la testimonianza che ormai i giovani hanno preso coscienza dell’importanza della conservazione della natura. Sembrerebbe ma…a me non convince.

L’aver portato il cambiamento climatico all’apice assoluto dei problemi della nostra società seminando ricette ideologiche a destra e a manca senza tener conto di aspetti fondamentali quali la biodiversità e i tanti ecosistemi che ne fanno parte, mi sembra un errore imperdonabile.
Errore che una certa lobby verde ha afferrato prontamente trasformando la soluzione del problema nella solita realizzazione d’impianti industriali e manufatti vari.

Mai una riflessione di fondo su come ottimizzare i consumi energetici e relativi fabbisogni, su come rivoluzionare la vita quotidiana del popolo che giornalmente si reca al lavoro muovendosi caoticamente all’interno della propria auto consumando energia a iosa.
Ma tant’è..
Credo che il percorso migliore per un giovane, affinché comprenda la natura e la sua importanza nella vita di tutti noi, sia quello di immergersi in essa osservandola attentamente e cercando di capire i meccanismi che la governano.

La coscienza che matura seguendo questa via è un poderoso strumento, utilissimo per discernere ciò che è buono e ciò che è dannoso per l’ambiente naturale.
La natura come scuola di vita per i giovani: quale regalo più bello?

© ® foto di Fabio Borlenghi

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità