L’ANGELICA MADONNA DEL BONFIGLI

DI VANNI CAPOCCIA

 

La Madonna col Bambino e angeli musicanti di Benedetto Bonfigli alla Galleria nazionale dell’Umbria ritenuta in passato pannello centrale di un polittico dipinto a due mani con Bartolomeo Caporali per la chiesa di san Domenico a Perugia ora, viste alcune incongruenze tra le parti e la sua imponente dimensione non coerente con gli elementi individuati quali laterali del polittico, si è portati a pensare sia nata come unica pala d’altare.

In anni lontani mi sono chiesto spesso perché il Bonfigli non avesse dipinto quella lama d’oro che s’incunea tra la Madonna e il bosco montano a destra, per poi accorgermi di due coppie di righe a destra e a sinistra che indicavano l’intenzione di dipingere alle spalle della Madonna un drappo di stoffa come se ne vedono in parecchie madonne di sua mano, idea probabilmente abbandonata per desiderio di committenti che preferirono il fondo completamente dorato.

Ma quello che veramente colpisce è che in una pala così grande, sebbene resecata ai lati e alla punta è ancora considerevole, quasi non noti gli angeli musicanti e nemmeno il Bambino che per benedire con la mano sinistra si spenzola verso i fedeli aggrappato alla veste della madre. L’attenzione la cattura tutta la Madonna. Le sue mani in preghiera e soprattutto il volto giovane e angelico: i capelli biondi, il sorriso dolcemente accennato, il lungo velo trasparente al capo. È un volto ideale, delicato che come fonte d’ispirazione del Bonfigli indirizza verso una tavola, purtroppo perduta, con la Madonna al centro che secondo il Vasari Filippo Lippi fece per la chiesa perugina di san Domenico Vecchio.

E siccome le opere d’arte non smettono mai di narrare andando per Sibillini con gli amici ho incominciato a pensare che il bosco a destra sembra una faggeta come la Macchia Cavaliera intorno al Pian Grande di Castelluccio, mentre gli speroni rocciosi a destra ricordano una cima dei Sibillini chiamata Palazzo Borghese.

Lo so, pensare a Benedetto Bonfigli escursionista nei Sibillini è un’azzardata suggestione, ma l’arte sa regalare fantasie alle quali è bello arrendersi.

 

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