L’Arte del dubbio: Elogio dell’insicurezza consapevole
Se qualcuno mi dice che posso fidarmi, la mia sfiducia nei suoi confronti è garantita.
Se quando sono nervosa, agitata o arrabbiata mi si invita alla calma, la mia collera assumerà il sorriso imperturbabile della Gioconda. Ed è una minaccia. Non una promessa.
Se mi elenca i difetti che di me non sopporta, lo/la ringrazio per la sincerità: adesso conosco tutte le Sue fragilità.
Se mi fa notare che non sarò mai in grado di tagliare certi traguardi, a suo dire troppo ambiziosi, lo ringrazierò per avermi incoraggiato senza saperlo quando li taglierò.
Se qualcuno pretende di avere ragione, gliela offro su un piatto d’argento: meglio un dubbio senza ragione, che una ragione senza alcun dubbio.
Se parlando di se stesso/a mi conferma di non essere qualcosa (bugiardo, ad esempio…) mi ha appena detto di essere il contrario.
Se ha l’abitudine di ostentare tutti i suoi beni materiali, mi sta confessando di possedere solo quelli…
Se mi danno della presuntuosa perché preferisco fare ciò che voglio, e non quello che mi dicono che dovrei fare, rispondo che è meglio ‘presumere’ di essere qualcosa piuttosto che esserne certa e dimostrare al mondo esattamente l’opposto.
*Immagine pixabay
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