Lasciamo andare ciò che non ci fa stare bene

DI PINA COLITTA

Ci è mai venuto in mente quanta energie vengano messe in campo in situazioni che mal sopportiamo? Eppure crediamo di essere forti, ma non è così! L’unica scelta da fare è quella di lasciare andare e prendere le distanze.

Solo durante l’infanzia l’attaccamento è necessario perché un bambino ha necessità di stabilire un rapporto con i propri genitori e con il mondo. È da questo attaccamento che quel bambino potrà creare un modello dal quale deriveranno tutti i legami di intimità e d’amore con gli altri.

Se questo attaccamento avrà un percorso sano quel bambino da adulto avrà la possibilità di creare legami di intimità e di amore e di fiducia con gli altri. Il problema nasce quando l’attaccamento è nocivo ed allora proprio per evitare sofferenze e spreco di energie inutili, soprattutto in questo caso, bisogna davvero imparare l’arte di lasciare andare.

Lasciare andare è davvero un’arte?
Lo è certamente per non fare i conti con una mente che è in continuo movimento ed è, a volte e spesso focalizzata su pensieri di ansia, di paura, di rabbia.
I pensieri hanno sempre una carica emotiva e creano sostanze che inondano il nostro corpo, soprattutto quando questi pensieri procurano stress, non solo danneggiando e rovinando la giornata, ma minando addirittura la salute.

Bisognerebbe imparare a chiudere con alcuni momenti della propria vita, bisognerebbe lasciare andare persone o esperienze che in un determinato momento avrebbero potuto avere un senso, ma che poi non lo hanno più. Significa infatti voltare pagina e aprirsi a nuove esperienze.

Lasciare andare significa soprattutto che le cose fluiscano naturalmente ed è proprio inutile lottare insistentemente per qualcosa del quale non siamo certi. Da ciò che non si è certi non si trae nulla di fruttuoso anzi preclude la scoperta di nuove situazioni e di nuove persone che potrebbero renderci felici.

Qualcuno penserà che non è assolutamente cosa facile l’accettare che alcune cose sono come sono e che giudicarle o tentare di cambiarle, quando non si ha il potere di farlo, comporta un inutile spreco di energie.
E allora perché continuare a farsi del male con dei percorsi mentali ed emotivi che non portano a nulla?

Perché persistere di fronte a situazioni evidentemente negative sia sociali sia affettive? Perché persistere in legami affettivi ambigui che procurano solo dolore?
A volte, pur accettandoci e instaurando un buon rapporto con se stessi e vivendo nella reciprocità di un amore, si è capaci di creare una situazione emotiva e infernale nella nostra vita interiore negando ogni tipo di felicità.

Insomma, per essere molto chiari e soprattutto per dirla nella maniera più semplice possibile, ci sono dei meccanismi mentali per cui alcune persone vivono nella vocazione della sofferenza.
Persone che si celano però dietro a comportamenti relazionali inadeguati e di estrema dipendenza e passività.

Ci si riempie la mente di cose da fare doverose, necessarie, imprescindibili sottoponendosi solo, senza alcuna reazione a ferite, umiliazioni che provengono dall’altro…
A volte, si resta intrappolati in relazioni distruttive che nascondono problemi più profondi.

E, anche in questo caso si crea una sorta di copione per cui può accadere che a relazioni malsane nell’ambito familiare si associano quelle di coppia.
Soddisfare gli altri più che se stessi: sentirsi amati, accettati nelle relazioni adulte, portano a vivere di aspettative altrui, in modo automatico, senza dare importanza a se stessi.

E questo accade soprattutto per le persone che sono nate in famiglie con dinamiche relazionali disfunzionali al proprio benessere e quindi poco soddisfacenti.
E opinione diffusa che bisognerebbe chiudere con il passato, ma il passato fa parte di ogni persona e ha contribuito a rendere quella persona ciò che è; non si può nasconderlo perché prima o poi verrà a galla.

Sicuramente si possono sistemare le cose con il passato, accettando le esperienze vissute per liberarsi del loro peso e continuare il cammino nel futuro.
Eppure c’è una ragione per cui spesso ci si può aggrappare al passato ed è appunto la paura dell’ignoto, che favorisce la tendenza a rimanere in una zona comfort che, paradossalmente è proprio la zona in cui abbiamo vissuto un dolore che almeno è familiare, lo si riconosce più che affrontarne un altro nuovo.

Purtroppo, per crescere come individui bisogna liberarsi dall’influenza di ciò che accaduto.
Iniziare un percorso di crescita perché crescere non significa soltanto acquisire nuove competenze ed incontrare nuove persone ma significa anche troncare con il passato.
Bisogna liberare la mente dal passato per dare spazio al presente, a nuove esperienze, a nuove persone e lasciare andare le vecchie situazioni, anche se in un certo momento ci hanno dato molta felicità.

Ora non più possono solo rappresentare un ostacolo alla nostra crescita.
La domanda nasce spontanea: cosa bisogna lasciare andare?
Intanto tutto quello che fa male e genera sofferenza inutile.
Tutto quello che toglie felicità e porta a morire un po’ ogni giorno consumandosi lentamente.

Tutto quello che tiene legati al passato con false speranze.
Lasciar andare quello che è privo di significato nella vita di oggi e non si adatta alla nuova visione del mondo che abbiamo noi.

“La vita è una serie di cambiamenti naturali e spontanei. Non opporre loro resistenza; questo crea solo dolore. Lascia che la realtà sia la realtà. Lascia che le cose fluiscano naturalmente in avanti come sono.”
(Lao Tzu)

©® Copyright foto di Pina Colitta

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