Un treno che va e uno che arriva
stazioni calpestate da mille piedi
e poi altri mille che tornano a salutare, a prendere e forse lasciare
inesorabile presente
come fu il passato mentre l’estate avanza sghignazzando all’inverno.
Rose fresche sulla nuova rupe
disegnata dall’ultimo contadino di turno
innaffiate dalle piogge di cuori infranti.
Un treno in partenza che arriva all’incrocio della vita
e quel capostazione mentre fischia
fa un atto d’onore:
signori si parte, la carrozza è dietro di voi.
Lasciatemi un presente perché un giorno sarò assente.
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