LE MALIZIOSE DONNE NELLA NATIVITÀ DELLA VERGINE DI PIETRO DA CORTONA

DI VANNI CAPOCCIA

 

A Perugia la chiesa di san Filippo Neri conosciuta come “la Chiesa nova” fa sicuramente parte di quel “museo diffuso”, come lo ha felicemente definito Antonio Paolucci, formato dal nostro paesaggio, i nostri paesi, le nostre città. Opera del Seicento commissionata dai Padri Filippini all’architetto Paolo Maruscelli con la facciata esterna e la navata interna fino all’altare maggiore con l’Immacolata Concezione di Pietro da Cortona è la più significativa espressione del barocco a Perugia.

Dopo Bernini e Borromini Pietro da Cortona è uno dei massimi esponenti del barocco romano cui, forse la nobildonna perugina Sofonisba Petrini, per la chiesa dei Filippini commissionarono una “Natività della Vergine” nella quale il suo genio creativo non costretto a seguire stringenti indicazioni religiose si espresse libero da costrizioni. Libertà creativa lodata dai pittori dell’epoca, non capita dai Filippini che non apprezzando l’ambientazione eccessivamente domestica ritennero il quadro poco spirituale.

L’opera vittima delle spoliazioni napoleoniche ora si trova alla Galleria Nazionale dell’Umbria e Pietro da Cortona vi riuscì a dare una visione unitaria e compiuta dei vari elementi che la compongono. A partire dal dialogo tra lo scorcio in fondo che ricorda Annibale Carracci e l’interno dove vediamo nell’ombra sant’Anna, più che stremata dal parto sembra stia pensando “ce l’ho fatta, ho compiuto il mio dovere”, alla quale una ragazzina porta uova di giornata mentre una donna dell’acqua girata verso voci che le arrivano dall’esterno del quadro; un vaso che sembra di ceramica a lustro, la bacinella per il bagnetto e un canestro; tre donne in primo piano.

Sono loro tre le vere protagoniste del racconto. La giovane fa le moine alla neonata e sta pensando a quando anche lei avrà un figlio suo da coccolare, la balia dal seno malamente coperto ha da poco allattato la Vergine che dipinta controvoglia pare un bambolotto di pezza, la terza prende una fascia per la lattante.

Donne che ridono tra loro mostrate in tutta la loro esuberante fisicità. Tutte e tre evitano di toccare il corpicino Immacolato della Vergine eppure sembrano inconsapevoli del compito che verrà affidato alla bambina della quale si stanno occupando. Emanano una “carnalità” e una malizia che i Filippini di Perugia avevano ben intuito e che dovremo aspettare un secolo per ritrovarla in dipinti profani di Watteau.

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