Non c’era molta voglia di pensare e quella sera restammo muti a scoprire il dentro che navigava agli occhi.
Era come un parlare silenzioso, dagli sguardi tracima sempre qualche parola e noi ne avevamo una marea.
A un tratto nell’aria un vociare strano e, come fossimo seduti su uno scoglio in mezzo alle onde, iniziarono ad arrivare le note più belle.
La natura intorno scoppiava di melodia ed era come stare ad un concerto senza aver pagato il biglietto.
Il vento entrava in ogni suono e le corde lasciavano uno stridio che la mente accoglieva come fragranza di pace.
Ricordammo che l’eterno è spesso nelle emozioni spontanee e che la vita scorre sempre fra i suoi pilastri.
Non c’era bisogno di andare tanto lontano per scoprire il senso d’ essa, bastava chiudere gli occhi un istante e tutto tornava.
In quel vociare che non apriva bocca, le mani toccarono il cielo e negli occhi tornarono parole di pace.
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