Libertà del verbo dovere

DI ORNELLA SUCCO

Libertà dal verbo dovere
Ho passato la vita
sottomessa a voci
di questo verbo:
imperativi netti
oppure subdoli
condizionali.
“Devo”, “devi”, “dovrei”,
sempre compagne
di malcelata ansia
e di tormento
unito al senso
di inadeguatezza.

Soltanto con il tempo,
l’implacabile tempo,
ho imparato che nulla
può vantare diritti,
imporre gioghi
capaci di curvare
e schiena e sguardi

Ho scoperto la vasta,
l’eccitante,
bellezza del gerundio
declinato in forma
di nuovi verbi.
“Volendo”, in primis,
che sia chiaro il concetto
di libertà, sottesa
ad ogni gesto,
e poi “potendo”
perché non può bastare
la sola volontà,
benché importante,
per compiere l’azione.
Dunque assaporo
la forza del volere
unitamente
alla valutazione
d’ogni residua
possibilità.
E potendo e volendo,
e con pazienza,
ho ripreso per mano
tempo e vita,
e censurando
ogni condizionale
ogni giorno riscatto
il mio presente.

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