Libri-Daniela Musini, “Le Magnifiche”

DI ILARIA PULLE’ DI SAN FLORIAN

 

‘Bisogna sventrare Napoli e ricostruirla’. La lapidaria affermazione di Agostino Depretis, allora Presidente del Consiglio, in occasione di una visita a Napoli che lo aveva portato a vedere e toccare con mano una realtà di miseria e degrado, accentuata dalla recente epidemia.

Ma Matilde Serao non ci sta. E gli risponde. La stentorea replica è nel suo sanguigno Il ventre di Napoli, capolavoro di inchiesta e racconto dello spirito partenopeo, non parco di miseria e povertà, ma altrettanto ricco di fatalismo, superstizione e umanità.
L’indomita Matilde, dominata dalla scrittura, sfrenata in ogni passione, energica e vera in ogni suo slancio. Non è l’unica.

Come lei, Grazia Deledda, decisa a riscattare la propria esistenza attraverso la volontà ferrea di regalare, a sé stessa e al mondo, uno spaccato vivente della propria anima, attraverso quei personaggi letterari che la rappresentano e la raccontano in ogni suo dubbio e dolore.

Aspra e ruvida come l’Ortobene, il monte di granito della Barbagia che l’accoglie alla sua nascita e la riprende alla sua morte – tuttora sepolta ai suoi piedi, come aveva desiderato.
In grado di ritirare il Nobel, prima ed unica scrittrice italiana, senza un sorriso, conscia di aver sfidato convenzioni e pregiudizi, uscendone vincitrice.

E poi Cleopatra, probabilmente meno avvenente di quanto si possa concedere all’immaginario collettivo, ma talmente affascinante e seduttiva da irretire praticamente chiunque. Volitiva e ambiziosa, intrigante e regale.

Donne magnifiche, come recita il titolo del libro – Le magnifiche – 33 vite di donne che hanno fatto la storia d’Italia – e non si potrebbe meglio definirle, poiché magnifico è ciò in grado di suscitare ammirazione o approvazione incondizionata; una caratteristica di certo non mancante alle protagoniste descritte in tale serie di entusiasmanti biografie.

Dalla scandalosa Messalina, cui Giovenale non risparmia pungenti, a tratti sgradevoli strali, accomunata nella denigrazione a tante altre donne favorite dai potenti e di conseguenza invidiate, alla Papessa Giovanna, la cui vicenda rivive tra avvincenti indagini e misteriosi manoscritti.

La straordinaria Matilde di Canossa, prima donna a governare non in qualità consorte, ma reggente in prima persona, con tutto il carisma e la caparbietà di chi è pronta a far valere il proprio peso politico senza indugi o compromessi.
Storie di donne coraggiose, capaci di sopportare dolori indicibili, umiliate e offese, ma mai vinte. Nemmeno al cospetto dell’altrui, incolpevole, riprovazione.

Cecilia Gallerani, additata dall’astrologo di corte, Ambrogio da Rosate, come causa dei mali del suo amante Ludovico Sforza, il quale, una volta ristabilitosi, in barba ad ogni maldicenza, ne commissiona il ritratto a Leonardo Da Vinci, che la consacra all’immortalità ne La dama con l’ermellino, e Lucrezia Borgia, la quale si spegne in silenzio dopo un’esistenza fin troppo gridata, ma sotto le vesti le viene trovato il cilicio.

E poi ancora La Fornarina, colei che ruba letteralmente l’anima e il cuore al divino Raffaello, ed Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, che conquista tutti con le sue cultura, intelligenza ed eloquenza, ma le viene ‘concessa’ la laurea in filosofia, e non in teologia come avrebbe desiderato, perché nonostante fossero accorsi tutti ad ascoltarla discutere la tesi, più di tanto non si poteva – e non si doveva – pretendere.

Per tutte loro: per Maria Montessori, che si laurea in medicina ma deve necessariamente essere accompagnata durante le lezioni di anatomia, e a questo proposito trova nella madre un meraviglioso sostegno.

L’amica geniale dei bambini che inizia a diventare madre nel momento in cui cessa di essere figlia; per Paolina Bonaparte, la quale nonostante ami dichiarare che di bambini preferisce iniziarne cento anziché finirne uno, uno lo finisce davvero, per quanto le rimanga lontano, e lei, nello scrivergli, insista nello sbagliare anche il suo nome di battesimo, e per Maria Carolina, regina di Napoli, che si reca scandalosa in vicolo San Camillo, in compagnia di un’amica altrettanto blasonata, per provare il brivido proibito degli amplessi a pagamento.

Sibilla Aleramo, Eleonora Duse, Maria Callas e tutte le altre che esigono, pretendono di essere ascoltate attraverso quei #Coriandoli che le delineano con tanta arguzia e dovizia di particolari.

Senza dimenticare, tra tutte quelle, pur meritevoli non menzionate, per questo ancor più in attesa di essere scoperte, Wanda Osiris, splendidamente definita con-turbante soubrette, e la signorina Paola Borboni, molto bella, molto intelligente, di molto talento e, proprio a causa di queste inossidabili caratteristiche, nelle sue stesse parole, di molto fastidio.

Grazie a tutte loro, e alla straordinaria Musini Daniela, che ci invita a conoscerle nella sua sì, davvero magnifica cantica…

Immagine tratta dal web

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