Libri: Giosuè Carducci -Poesie

DI ROBERTO BUSEMBAI

 

Abbiamo, almeno noi della classe anni 50/60, un ricordo piuttosto pesante e snervante del poeta Carducci, un ricordo che ci porta alle faticose e noiose tiritere delle sue poesie, abbiamo trascorso il periodo semplice, e forse troppo, dell’insegnamento della nostra letteratura, basti pensare alle risatine sotto banco nei confronti del solitario Leopardi o alla troppa fanciullesca narrazione delle “semplici” poesiole del Pascoli.

Erano sì altri tempi ma poi nella maturità degli eventi, nella voglia di sapere e di conoscere, si riscoprono i nostri grandi scrittori o, come in questo caso, di poeti.

Si intravede e si scopre che non erano quelle frivolezze e quelle poesiole imparate rigorosamente a memoria, ma avevano una valenza molto profonda da comprendere, come anche il perchè un Carducci sia stato pure premio Nobel per la letteratura nel 1906.

Cultore del medioevo italiano e amante del romanticismo, un romanticismo che rientrava nel contesto storico in cui viveva, le belle poesie dedicate a Lina o a Annie per poi discendere nella disperazione familiare ( la morte del fratello e soprattutto quella del figlio Dante con il classico e profondo “Pianto antico”), ma anche battagliero e attivo politicamente e sensibile ai fatti storici del momento.

Oggi siamo nella trasformazione e disintegrazione di molti valori, leggere già è un peso se non un perditempo, ma io penso che rivolgere uno sguardo al passato e sottolineare quegli antichi valori per comprendere assolutamente il futuro non sia affatto deleterio, e il Carducci è anche se vogliamo uno dei più “facili” da comprendere e da “digerire”.

Riporto qui il componimento dedicato al figlio Dante.

“Pianto antico”

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdi tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu, fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra,
né ti risveglia amor.

(Giosuè Carducci)

Immagine web: Copertina del libro

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