Metti che una mattina,
passeggiando in un prato,
un piccolo semino,
di non si sa di quale fiore,
ti chiami e ti chieda:
“ Raccontomi una storia
prima che m’involi”….
Lo so è fantasia, anche di quella infantile e molto delicata, lo so è una leggera sensazione di libertà di sentimento, lo so ma come rimanere non invasi da questo immenso e vasto mondo libero e gioioso, come non farsi trasportare da questo magico momento, ovvero entrare dentro un libro e non sentire altro?.
Lo so sto travisando, ma provate voi a leggere “Il volo del soffione” di Mirella Morelli, e poi ditemi se non vi siete fatti trasportare sulle volute di quel piccolo seme di soffione, sulle storie incantate e quasi vere, o vere e quasi incantate dei personaggi impersonati da animali, che hanno di animale solo il nome, ma tanto tanto umani da impietosirti il cuore e portarti a commuovere.
Lo so è evasione, ma basta leggere il primo racconto, che io definirei l’antefatto, per capire a cosa si andrà incontro e la meraviglia sta proprio in questo antefatto, in quel piccolo richiamo dal terreno, che vi sorprenderà come ha sorpreso un toro, e allora ritornando alle mie frasi in poesia, sentirete veramente dentro il cuore, ogni giorno e ogni ora, quel “raccontami una storia prima che m’involi” perchè vorrete avere sempre quel piccolo semino a farvi compagnia, prima che il vento ve lo porti via.
Metti che una mattina, o un pomeriggio o anche di sera, leggiate il libro di cui vi ho accennato, potrete capire che avevo ragione.
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