L’importanza di essere altruisti

DI PINA COLITTA

Essere altruisti è sicuramente gratificante.

Essere solidali umanamente con l’altro crea intorno a noi un sistema di valori indispensabile per la vita sociale; se poi questa vita sociale è dominata dall’egoismo, dalla competitività e da un individualismo aberrante, quel sistema di valori è assolutamente indispensabile.

Aiutare il prossimo è diventata una necessità in questa società, soprattutto da parte dei genitori per dare la possibilità ai loro figli di realizzarsi e per dare una possibilità anche a quelli realizzati, dando aiuto, nelle loro necessità di neo genitori.

E certamente conoscono il senso dell’umanità verso l’altro tutti coloro che si occupano di volontariato, tutti coloro che sono presenti, a gamba tesa, tra i deboli e i fragili o anche coloro che devono decidere piani di intervento per le politiche sociali.

E mi auguro davvero sia una domanda retorica questa: a chi di noi non è capitato di dare una mano in un periodo della propria vita ad un amico, a un’amica che ha avuto bisogno di sostegno?

Chi di noi non ha ricevuto questo sostegno con telefonate interminabili per raccontare tutti i guai, con interventi continui, con una sorta di incoraggiamento e di esortazione per risolvere dei problemi pratici nel quotidiano?

Sentirsi sopraffatti da richieste, a volte anche con le maggiori intenzioni da parte nostra per fare delle cose per gli altri, a discapito delle cose che dovremmo fare per noi, è anche molto frequente. Spesso ci si ritrova affogati con pochissimo tempo per rilassarsi o per curare i propri interessi!

Quando questo accade vuol dire che c’è qualcosa che non va, a meno che non si tratta di sentirsi affogati per accudire i figli piccoli oppure, per periodi di malattia di qualche familiare che necessariamente richiede un impegno maggiore.

Ovviamente questo accade per sostenere un prossimo, molto prossimo, ma deve essere sempre per un tempo limitato e se così non dovesse essere bisogna trovare soluzioni altre per non “affogare”.

Aiutare il prossimo sicuramente è una delle cose più belle al mondo, ma è necessario anche schivare chi, seppur involontariamente, approfitta della bontà degli altri.

E va fatto, semplicemente, per non farsi male.

Quando questo continuo prodigarsi accade per tutti, per chiunque, vicini e lontani, si entra nell’ambito di un atteggiamento disturbato, che viene chiamato “sindrome da crocerossina” o di Wendy, facendo riferimento alla compagna di Peter Pan che, sull’isola che non c’è, la quale si prese cura di tutti i bambini sperduti.

Che ve lo dico a fare!

A volte aiutare gli altri è il modo di occuparsi nella vita altrui per non occuparsi della propria!?

Vi chiederete perché accade questo, perché a volte nella propria vita c’è davvero tanto da fare o almeno così sembra, al punto che si preferisce rimandare o chiudere gli occhi per tutto quello che non va nella propria vita?

Ovviamente, mi riferisco ad un atteggiamento deleterio perché, come ho già detto in diverse mie riflessioni la prima persona alla quale abbiamo il dovere di aiutare è proprio se stessa.

“Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio… Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.”
Audrey Hepburn

Immagine tratta da Pixabay

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