Nella cronaca italiana ci sono sempre categorie che assolvono a diversi ruoli:
Chi condanna
Chi minimizza
Chi fa silenzio
Chi fa riflettere
A voi l’ardua conclusione, fatto sta che, ci sono due verità che camminano insieme:
1) è morto un genitore, un marito e un amico
2) due giovani si sono rovinati la vita per un amore malato, che avevano un piano diabolico ed erano consapevoli di ciò che facevano.
C’è la giustizia divina e la giustizia umana
E tante volte, capita, che non coincidano e non per questo ci si rassegna perché i morti non tornano indietro.
Allora di che parliamo!
Tuona da lontano, da molto lontano:
“Devi perdonare, devi stare zitto, devi evitare, devi, devi”.
Con tutti questi devi, alla fine, si perde il punto.
Quando i riflettori si spengono c’è una realtà concreta, dello sbandamento dei giovani, delle famiglie e delle istituzioni, compresa la Chiesa, che hanno perso terreno e sostanza.
Il lutto è elaborazione,
il perdono un percorso,
il pensiero divergente una reazione all’inaccettabile
L’importante è non far passare un cattivo messaggio, gli effetti sono devastanti e le cause partono da lontano
Maria Ronca, Sociologa
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