L’Italia da tempo non è più un Paese per giovani

di Michele Piras

I giovani non sono devianti, la cultura giovanile non è devianza e il termine stesso è un concetto ambiguo, reazionario e ingiusto.

I giovani hanno bisogno di punti di riferimento, di libertà, di svago, di attenzione e ascolto.

Nel corso dei decenni sono stati considerati devianti ragazzi e ragazze che portavano avanti valori di progresso sociale e civile, che oggi fanno parte del bagaglio culturale di ognuno di noi.

Non capire l’espressività dei giovani e anche le forme di ribellione al presente è un modo per tarpare le loro ali, per considerarli come un problema invece che la soluzione.

Più partecipazione, più opportunità, più istruzione, meno precarietà, sono la risposta.

Non altro, non l’esercizio fisico in stile vetero fascista, non l’obbligo di accettare condizioni di lavoro umilianti, non il bastone e la frusta.

Non con il dito puntato su di loro.

L’Italia da tempo non è più un Paese per giovani.

E se saremo capaci di ricostruirlo insieme a loro sarà certamente un Paese migliore, più colorato e vivo.

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