L’occasione persa

DI ROBERTO BUSEMBAI

 

Certo che siamo davvero degli uomini strani, siamo degli esseri viventi unici e particolari,  ci lodiamo e ci prodighiamo con parole e canzoni, lettere e effusioni per un amore che ci consoli, che ci annoveri per il resto dei nostri giorni e per il nostro sopravvivere quotidiano.

Per esso ci dibattiamo, lottiamo spesso anche con impeto e con forza, siamo esseri che vogliamo sentirci accanto un sogno dolce da respirare, che piangiamo al sorriso di un nostro figlio appena nato, che sappiamo riconoscere del creato le sue splendide forme e naturali movimenti o espressioni.

Siamo quelli che per una donna o un uomo perdiamo il nostro senso di camminare e pensare, insomma siamo quegli esseri che dell’amore ne fanno la bandiera di un vivere perenne e essenziale, siamo una razza d’animale da amare.

Certo che siamo davvero degli esseri  strani, perchè subito dell’amore e del volere bene ci dimentichiamo immediatamente come un se un alito di vento ce lo avesse tolto dalla mente e dal cuore.

Siamo quelli che alla prima occasione troviamo da dibattere, invidiamo e ingelositi sospiriamo ingiurie a gli altri, anche a scapito talvolta dei nostri propri amori prima tanto osannati.

Siamo i primi a innalzare la bandiera per fare una guerra, anche personale, una guerra magari anche senza armi, ma quella delle parole e del gesticolare, delle rabbie e delle calunnie, quella delle botte e delle violenze.

Abbiamo avuto un’occasione in cui avremmo dovuto ragionare, pensare a quanto siamo niente sotto questo cielo indifferente, avremmo dovuto meditare che il bene che spesso abbiamo negato e oltraggiato era davvero un bene perso e che avremmo dovuto riconquistare, abbiamo avuto l’occasione di ritrovarci accumunati, tutti quanti.

Senza ceto e colore, senza razza e discriminazione, perchè la natura sempre provvede e viene incontro, e a noi ci aveva dato questa opportunità grande di un virus che senza distinzione di età, genere, razza, o etnia colpiva come fa la cieca fortuna e il destino, colpendo a casaccio e fortemente su tutta la gente.

E noi, quelli che ci professiamo gli esseri intelligenti, quelli che hanno un cervello che li può aiutare, chi li guida e li fa agire, dell’occasione abbiamo colto soltanto la faccia peggiore, siamo riusciti a disintegrare anche quell’ultimo respiro d’amore che ci era ancora addosso.

Siamo diventati cinici, pretenziosi, astiosi, litigiosi, invidiosi, menefreghisti, egoisti, ciarloni, indifferenti, ignoranti, qualunquisti e arroganti, siamo diventati la feccia dell’umano vivere dell’universo, la faccia nascosta della luna, siamo diventati incomprensibili e giudici di ogni cosa e ogni fare, ci crediamo alla pari dell’onnipotenza e con la scusa di questa vigiliamo e difendiamo la nostra pochezza quotidiana.

Certo che siamo una massa di nettezza e poco urbana, siamo sporchi dentro, siamo diventati pattumiera e raccogliamo tutto quello che di sporco nel mondo ci regala, certo che siamo davvero esseri intelligenti e che del cervello usiamo tutto quello che ci può far causare del male e del torto, siamo quelli che di un sorriso di un bambino ne facciamo scudo solo per farci credere innocenti.
Abbiamo avuto un’occasione offerta e l’abbiamo persa, anche quella.

 

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