La primavera
è lontana
andata forse
su un’altra vita.
Mi sfrondo di colpo
come una montagna a cui danno gli occhi.
E li apre
e frana.
E resto secco
come legna da ardere
davanti alle promesse tradite,
alle rondini che non sono tornate.
Ma non brucio.
E nulla di nuovo accade.
Il cielo è fatto di nuvole solitarie
o di temporali.
Né incendio né acqua.
Senza dare fiori, senza essere nido
appassisco di nascosto
restando in piedi.
Anche l’albero accanto
sembra guardare altrove.
I nuovi frutti muoiono sui rami
i vecchi sono andati in malora
caduti lontani.
Qualcuno verrà ad abbracciarmi?
Aspetto.
Per ora,
l’unica carezza
me la porta il vento.
(Andrea Melis Parolaio)
Immagine tratta dal web
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