L’uomo che leggeva Prevért e Hikmet

di Edoardo Barra

Una goccia di rugiada scivolò da una foglia giù verso il mondo mentre il vento sollevava ricordi troppo pesanti per essere portati nel cuore. Era un tempo perfetto, perfetto per fermare la vita oppure farla nascere, ma era una scelta da fare, così come per tante altre cose.
Il giovane vecchio si guardò intorno, era un deserto di gente dove le parole uscivano da bocche cucite. Il rumore di strada copriva quello dei passi, un gatto si sporse da un vicoletto e lo guardò senza alcuna paura. Lontano nubi senza pretese macchiavano il cielo mentre il vento continuava a soffiare.

L’uomo strinse i pugni nelle tasche dell’impermeabile che indossava. Strana cosa averlo addosso quando nessuno pensa alla pioggia eppure è perfetto per nascondere emozioni e timori. Arrivò là, dove doveva arrivare. Si appoggiò al muro e senza sapere il perché alzò lo sguardo.
Affacciata a una finestra, poco lontano, una ragazza dalla pelle di luna e i capelli di seta lo fissava curiosa.
Una strana sensazione lo colse. Forse sarebbe dovuto andar via, ma non si mosse. Cercò di distrarsi pensando al bicchiere di vino che lo aspettava appena finito. Ne sentì il gusto e per la prima volta non ne colse il piacere. Forse sarebbe dovuto andar via, ma non si mosse.
La ragazza non c’era più, per un attimo il giovane vecchio si sentì sollevato, ma avvertì la solitudine sotto la pelle. Durò pochi istanti, poi la ragazza riapparve sul balcone di lato. Stese su fili invisibili un abito bianco, forse un vestito da sposa. Girando la testa incrociò lo sguardo dell’uomo e sorrise.
Lui si sentì come un ladro colto in flagrante. Cercò di cacciar via mille fantasmi e si alzò il bavero dell’impermeabile respirando a fondo quell’aria umida mista a mille odori diversi.
Immaginò di essere altrove, magari accanto a qualcuno che gli ricordasse i colori d’estate.
Fu un momento, poi il gatto di prima riapparve vicino ai suoi piedi con in bocca qualcosa.
Forse era cibo o solo la speranza di un domani migliore.
La ragazza, adesso, era ad un passo da lui. Gli stendeva una mano e nella mano aveva due libri.
“Che ne sai di Prevert e Hikmet?” chiesi stupito.
“E tu che ne sai dell’amore?” rispose la ragazza spostandosi i capelli di lato.
Aveva un viso conosciuto sebbene non l’avessi mai vista.

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