Ma ora serve una Giustizia giusta!

Forse è arrivato il momento di fermarsi un attimo e riflettere con la dovuta serenità sulla storia degli ultimi decenni della Repubblica e sulla valenza che la Magistratura ha ricoperto e ancora ricopre. L’assoluzione di Mannino arrivata qualche giorno fa dopo una trafila biblica, aggiunge un ulteriore tassello all’analisi di quanto accaduto dagli anni ’90 in poi e, soprattutto, di come, in questo periodo, la democrazia in Italia spesso abbia ceduto il passo ad una feroce volontà di “giustizialismo a prescindere”. Una sorta di abdicazione dello stato di diritto a favore della forca.

29 anni di processi, accuse, condanne e infine, molto infine, assoluzione sono l’aberrazione della giustizia, la cancellazione dell’idea di ricerca della verità per lasciare il passo alla “costruzione di una verità” dettata da interessi di parte o solo per l’affermazione di un potere ammantato di santità e non raramente più malato degli altri.

Ma questo di Mannino non è un caso isolato. Proprio in questi giorni ve ne sono statti altri significativi e, sotto certi aspetti, preoccupanti, uno tra tutti quello della De Girolamo. Ma quante sentenze sono state determinate ancor prima di entrare nelle aule del tribunale? Quanti uomini e donne sono stati spinti verso il baratro della vergogna e dell’infamia estrapolando un particolare da un quadro ben più complesso e strutturando su di esso teoremi e orpelli poi, nel tempo, rivelatisi deboli o del tutto impropri?

Ad inizio anni ’90, mentre la struttura politica del momento faticava a star dietro agli sconvolgimenti mondiali quasi inebetita dalla velocità degli avvenimenti, in Italia è stata operata una chirurgica operazione che ha demolito un sistema attraverso un potere che si è – di fatto – sostituito alle logiche democratiche. La Magistratura, soprattutto una parte di essa, ha ritenuto   sotto la spinta di diverse forze di riuscire a determinare un quadro politico di riferimento avendo preventivamente scelto, per storia e cultura, dove poggiare le pietre miliari del nuovo edificio.

Poi il progetto, per motivi diversi, è saltato ma l’idea di un potere superiore, inattaccabile e ingiudicabile è rimasto scatenandosi, con forza, ogni volta ne ha avuto la possibilità, anche andando contro ogni equilibrio ed equità.

L’esaltazione delle aule di tribunale è così sfociata nei processi sommari, nelle rappresentazioni presentate dalle colonne di giornali, nella chimera di una purezza incarnata in una formazione all’apparenza spontanea ma che di spontaneo aveva poco ed infatti, nel tempo, ha tradito ciò che diceva di voler essere.

Nel mezzo il Paese che ha pagato e paga tutt’ora la mancanza di una prospettiva politica e affonda nella melma delle incertezze. Cambiare registro è più che mai necessario, far tornare tutti nell’alveo del proprio canale è di primaria importanza per una Nazione che deve rinascere. Gli avvenimenti degli ultimi mesi, laddove ce ne fosse stato bisogno, hanno rivelato come ogni struttura non è pregiudizialmente scevra da anomalie e degenerazioni. Questo vale per la Magistratura, per la politica, per le aziende, per ogni realtà. Sono gli uomini a far la differenza non le loro vesti. Le regole democratiche danno al popolo la responsabilità della scelta di chi lo governa, ma anche la possibilità di cambiare attraverso quell’esercizio che si compie nella cabina elettorale e non nelle procure.

Serve una rivisitazione delle regole. Necessita metter mano, seriamente, ad una riforma della giustizia vera ed equilibrata, senza temere di esser tacciati di chissà quali nefandezze dagli amanti di un certo potere la cui colonna sonora è data da un tetro tintinnio.

Occorre prendere atto di questa esigenza, lasciando alle spalle, tutti noi, quella maledetta voglia di rivalsa che troppo spesso ci ha preso travalicando ogni logica, appagando sul momento la nostra bramosia di giustizialismo tranne poi accorgerci, magari a distanza di anni, di esserci lasciati trascinare in una sorta di tragica commedia in cui siamo stati non solo testimoni, ma persino boia.

da Orizzonte39

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