Ma poi, cos’è l’arte?

DI CRISTINA BELLONI

Ma poi cos’è l’arte?
E soprattutto: dove sta andando l’arte contemporanea?
Che rimane del concetto di estetica nei nuovi media, nuovi materiali, nuovi nuovi, e vecchie idee?

Dopo la destrutturalizzazione dell’immagine, la destrutturalizzazione dei concetti che rimane da de o ri strutturare?
La logica dell’immanente da mettere in mostra quasi in competizione con i social, esprime in pieno la decadenza della nostra epoca.

Già da qualche decennio questo processo era in corso, ma già cento anni orsono qualcuno (Duchamp) aveva decretato con uno scolabottiglie la fine della funzione oggettiva e intellettuale dell’arte.

Allora? Che rimane da comunicare con il mezzo arte nell’era della comunicazione massificata? C”è ancora qualcosa da scoprire che ci faccia emozionare o stupire di fronte a un’opera di arte contemporanea?
Forse la risposta è nell’etimologia stessa della parola Estetica: dottrina della Conoscenza sensibile, e nella radice profonda di Poesia: fare.

Forse l’arte del secondo millennio uscirà fuori dalle sue contraddizioni e confusioni cercando di incidere proprio dentro l’animo umano. Di farci immergere nel nostro oceano interiore.
Di toccare analogicamente quelle corde minimali, nascoste che aprono il flebile sentiero alla nostra “conoscenza sensibile”.

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